«All’alba della costituzione del Regno d’Italia si consolidavano, nelle strutture portanti dello Stato e in una parte rilevante della classe dirigente, i contatti con gli homines novi: mafiosi, camorristi, uomini della ’ndrangheta».

Enzo Ciconte in questo suo saggio indaga le reciproche “fascinazioni” tra movimento risorgimentale e organizzazioni criminali – nuove o vecchie che fossero – scandaglia le ragioni delle interazioni tra i due mondi, con il ricorso frequente alla violenza, e l’uso che se ne fece: da soggetti privati, per difendere o accrescere i loro interessi, da soggetti pubblici, per garantire la sicurezza comune o fornire un puntello alle fragili istituzioni.

Il libro

Pagina tratta da: Borbonici, patrioti e criminali. L’altra storia del Risorgimento

Autore: Enzo Ciconte

Editore: Salerno