Si è svolto a Palazzo Nicotera il workshop sui mezzi di comunicazione della cultura. L’incontro è stato curato dal giornalista Luigi Saitta e da Andrea Di Consoli, scrittore e giornalista. Temi centrali dell’incontro sono stati i canali di trasmissione culturale: televisione, radio, carta stampata e web. I discorsi trattati durante l’interessante laboratorio, infatti, hanno riguardato soprattutto la televisione, i suoi strumenti e le modalità per lavorare all’interno di essa.

«La cosa che più mi rammarica è che alcune testate abbiano eliminato la pagina dei libri» ha affermato Andrea Di Consoli. «

».

«I tempi televisivi ora sono diversi, non permettono, purtroppo, di parlare e approfondire i libri come meriterebbero». Così Luigi Saitta, che  dal 1996 al 2007 ha tenuto una rubrica al Tg1 Libri. «Il vero giornalismo, per me, rimane  quello “scritto” della carta stampata e non quello che punta sull’immagine dei conduttori e degli ospiti, tralasciando la notizia».

«La cultura va diffusa nei luoghi più difficili,» ha detto Andrea Di Consoli «quindi occorre lavorare sui canali generalisti e non intraprendere la via facile dei canali tematici».

In tv la cultura funziona se rappresenta la vita, se si è originali e se si ha fantasia. In conclusione, il giornalista Andrea Di Consoli ha fatto una distinzione tra due tipi di cultura: la cultura pop, quella che utilizza esempi banali per parlare di concetti che il pubblico non riuscirebbe a capire, e la cultura popolare, quella che riguarda la società e le tematiche a cui tutti possono accedere.

Una discussione ampia sui contenuti e sui contenitori dell´informazione. Maggiore attenzione ai temi sociali, ai bisogni della gente comune é la formula per una corretta comunicazione culturale.

In tv la cultura funziona se rappresenta la vita, se si è originali e se si ha fantasia.

In conclusione, il giornalista Andrea Di Consoli ha fatto una distinzione tra due tipi di cultura: la cultura pop, quella che utilizza esempi banali per parlare di concetti che il pubblico non riuscirebbe a capire, e la cultura popolare, quella che riguarda la società e le tematiche a cui tutti possono accedere.