«La ‘ndrangheta ha spiccato il suo salto negli anni ’70, periodo in cui è diventata una delle organizzazioni criminali più ricche grazie a due ordini di motivi: anzitutto, i rapporti che strinse con l’eversione nera fascista e con i numerosi fiancheggiatori dentro l’apparato dello stato» cosi Peppino Lavorato, impegnato politicamente nella lotta alla mafia fin dagli anni Sessanta nella piana di Gioia Tauro, inizia la sua conversazione con Santo Lombino e Nuccio Iovane, sul suo libro “Rosarno. Conflitti sociali e lotte politiche in un crocevia di popoli, sofferenze e speranze”.

Si tratta di «un libro corale, connettivo – asserisce Iovene riguardo al testo di Lavorato– che considera la mafia come una struttura che apparentemente ricompone i problemi, ma che in realtà porta avanti un sistema di potere».

Durante l’incontro sono stati ricordati alcuni episodi eclatanti, tra cui la notte dell’8 dicembre 1970 durante la quale i grandi boss della ‘ndrangheta rimasero svegli e armati per essere chiamati a concorrere al completamento del colpo di stato del principe nero. Poi, nel luglio del 1970, in cui furono incaricati di mettere la bomba nella stazione di Gioia Tauro. Proprio in quegli anni si stava delineando la strategia fascista ed eversiva secondo cui si sarebbero disseminate bombe sui treni che avrebbero prodotto sangue in tutta Italia».

«Bisogna sottolineare inoltre -ha continuato Lavorato- sui rapporti stretti tra l’imprenditoria affaristica e predatrice con uomini delle istituzioni e della politica corrotti e collusi che vigevano negli anni ’80. In Calabria in quel momento giungevano risorse pubbliche immense, che dovevano servire ad ammodernare e costruire infrastrutture, ospedali, scuole, impianti industriali, attività produttive capaci di corrispondere al bisogno dei giovani disoccupati. Se avessimo avuto dirigenti con un pizzico di amore avrebbero impegnato tutte le loro risorse per costringete i governanti a mantenere fede ai loro impegni sociali».

Nel testo di Lombino “Un Paese al crocevia. Storia di Bolognetta” viene affrontato, invece, il fenomeno delle migrazioni. L’autore che ha partecipato attivamente ai moti operai e studenteschi degli anni ‘70, narra di Bolognetta, uno dei primi comuni ad aver fornito centinaia di migranti al grande esodo verso le Americhe. Conclude Lombino: «lì i nostri migranti hanno costituito delle società di mutuo soccorso, tra cui la Society of Mutual Benevolence of Bolognetta, diventata poi Saint Anthony Society of Bolognetta, nel New Jersey».

Si tratta di un testo documentale, costruito su una molteplicità di fonti archivistiche, grazie alle quali svela criticamente un mondo articolato ed eterogeneo, una comunità di nobili e popolani, ceti medi e alti, conservatori e rivoluzionari, contadini e proletari, mafiosi e uomini di Stato, i vari oriundi che si ritrovavano nelle strade della Little Italy e condividevano gioie e dolori della lontananza dalla loro Bolognetta.