“Cari amici e lettori, sono riuscita a riportare alla luce il libro che mi è più caro e che mi è costato maggiore fatica. Molti in questi anni mi hanno scritto per chiedermi che fine avesse fatto e perché era stato ritirato dalla casa editrice. Una banale querela per diffamazione, di quelle che i giornalisti e scrittori che si occupano di certi argomenti collezionano a decine. A chi non lo ha ancora letto suggerisco di farlo perché è ancora terribilmente attuale anche se l’Italia è cambiata e la guerra fredda è finita trenta anni fa, ma non è finita la corruzione e il patto tra mafia e poteri non è stato sconfitto. A chi invece lo ha già letto e lo ha amato consiglio di acquistare la nuova edizione perché troverà finalmente le risposte ai tanti misteri che avevo lasciato irrisolti a partire dal caso Moro. Anche se posso dire con soddisfazione che i risultati delle nuove indagini hanno dato ragione ai dubbi che avevo sollevato. C’è poi un capitolo interamente nuovo su Massimo Carminati, uno dei protagonisti principali del “Libro nero”, ma il suo ritorno all’attualità con Mafia capitale ci consente di riallacciare molti fili del passato e ci offre una foto inedita della Roma di oggi, dove troviamo ex terroristi neri che si sono trasformati in manager del crimine organizzato e che nulla hanno da invidiare ai vecchi boss della Banda della Magliana.. Per me riscrivere questa storia, fatta di molte storie che si intrecciano, è stato come chiudere il cerchio di una lunga inchiesta che ha accompagnato tutta la mia vita professionale. Come sapete molte di queste storie ruotano attorno Giulio Andreotti, ma anche a Licio Gelli, che se oggi fossero ancora vivi avrebbero 100 anni, invece se ne sono andati tutti e due pochi anni fa lasciandoci un groviglio di segreti da sbrogliare. E io spero di esserci, almeno in parte, finalmente riuscita.”

A quattordici anni dalla prima edizione, Il libro nero della Prima Repubblica è aggiornato agli sviluppi di tanti casi che costituiscono l’ossatura di un’unica indagine lunga mezzo secolo, condotta sul campo da una giornalista lungimirante che non si è mai arresa alle verità di comodo. Tragedie in cui Rita Di Giovacchino torna a scavare offrendoci un reportage sul “volto oscuro del potere” che si spinge fin dove è possibile, fin dove l’onere della prova non evapora a fronte della ragion di Stato o dell’interesse superiore di consorterie come la P2 che in cambio della gestione del silenzio hanno inquinato la vita pubblica con il ricatto e la corruzione.

Il libro

Pagina tratta da: Il libro nero della Repubblica

Autore: Rita Di Giovacchino

Editore: Castelvecchi