«Per la prima volta Guariniello racconta 50 anni di inchieste condotte senza paura dei poteri forti. Per fare dell’Italia un Paese più civile».
Nella sua carriera Raffaele Guariniello, uno dei magistrati più importanti del nostro Paese, non si è occupato di mafia o terrorismo. Si è occupato di ciascuno di noi. Della nostra dignità. Era in gioco la dignità dei lavoratori nei primi anni Settanta, quando Guariniello svelò il sistema di schedature alla Fiat: lì si calpestava il diritto a essere rispettati nella propria vita privata e a prescindere dalle idee politiche. Erano in gioco la dignità e spesso anche la vita in tutte le fabbriche – a partire dalla Sia, Società italiana per l’amianto, per arrivare, naturalmente, a Eternit – su cui Guariniello indagò risalendo alle cause di innumerevoli, troppi decessi per mesotelioma. Erano in gioco i valori dello sport e la salute degli atleti – non solo dei professionisti ma anche dei semplici amatori – quando Guariniello si occupò di sostanze dopanti. Erano in gioco la vita e il diritto a un lavoro sicuro la notte stessa in cui Guariniello si precipitò sul rogo della Thyssen, dando inizio a un’inchiesta senza precedenti, in Italia e nel mondo, che ha segnato un cambiamento fondamentale nel modo di considerare le morti sul lavoro. Concludendo la sua straordinaria carriera, Guariniello scrive un’autobiografia “professionale” che a ogni pagina risuona di passione. Leggerla è ripercorrere tappe fondamentali nella storia d’Italia, rivivendo momenti dolorosi ma anche rincuorandosi perché, grazie al lavoro della magistratura, siamo diventati passo dopo passo un Paese molto più civile.
Pagina tratta da: La giustizia non è un sogno. Perché ho creduto e credo nella dignità di tutti
Autore: Raffaele Guariniello
Editore: Rizzoli