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Legalità e sicurezza: come le imprese contribuiscono a combattere le mafie

Pietro Falbo e Patrizia Di Dio rivelano l’impegno di Confcommercio nella lotta alla criminalità

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di Carlotta Cerra

 

«Le aziende devono diventare un agente indiretto per lo sviluppo del senso civico». 
Questa è la frase di esordio di Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, ospite nella quarta giornata del Festival Trame insieme a Pietro Falbo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro- Crotone- Vibo Valentia. 

I due ospiti, sollecitati da Nuccio Iovene, presidente di Fondazione Trame, si sono confrontati col moderatore in merito alle iniziative di Confcommercio per contrastare l’influenza della criminalità organizzata in ambito imprenditoriale. 

   «Il 26% degli imprenditori ha timore del racket- dichiara Falbo- stiamo dimostrando che esiste un modello socio-economico alternativo». 

 Ma il racket è solo una delle insidie che minano alla sicurezza delle aziende e degli imprenditori: anche l’usura costituisce un’enorme fonte di preoccupazione, ed è stata oggetto di uno dei molteplici provvedimenti promossi dalla Camera di Commercio, insieme al protocollo sulle attività di intrattenimento, quello per il settore alberghiero e sulla prevenzione di infortuni. 

Come affermato da Pietro Falbo, è stata posta particolare attenzione anche ai contributi per la video-sorveglianza e alla questione delle “morti bianche”, ora in preoccupante ascesa. 

Sulla stessa linea d’onda, Falbo spiega che stiamo assistendo a un «cambiamento del modus operandi».
Afferma il presidente che «la ‘ndrangheta di oggi è sempre un passo avanti»: infatti, il mafioso indossa la maschera da imprenditore, e fa sì che la criminalità si insidi nelle regioni che, notoriamente, non dovrebbero interessarla. 
Ciò che tranquillizza, spiega ancora Falbo, è che le Camere di Commercio sperimentano continui antidoti che contribuiscono a formare una diversa sensibilità in merito al fenomeno mafioso. 

Patrizia Di Dio, d’altra parte, rivela dati altrettanto demoralizzanti: 
«oggi le mafie si presentano come un’alternativa dannosa alla libera impresa. Puntano alla sanità, ai servizi pubblici, ma ora anche ai settori turistici e della ristorazione». 

La presidente di Palermo, tuttavia, ci tiene anche a specificare come l’impegno di Confcommercio non si possa e non si debba limitare al contesto aziendale: 

   «Un’impresa senza valori non ha valore- afferma- Confcommercio deve diventare un presidio di legalità e di etica». 

Non è un caso, infatti, che la Confederazione Generale Italiana delle Imprese sia uno dei principali sponsor del festival ormai da anni; a tal proposito, Nuccio Iovene ha indagato insieme agli ospiti il rapporto tra l’una e l’altra associazione. 

Di Dio sostiene fermamente che non possa verificarsi un cambiamento senza presidi di legalità, in quanto è proprio dove questi non esistono che la criminalità diviene più pervasiva. 

   «Trame è una presenza sostanziale per noi» dichiara. 

Sempre la presidente, afferma che all’iniziativa di Confcommercio “Legalità e Sicurezza” andrebbe integrato quello che lei stessa chiama «senso etico d’impresa», che va ben oltre le competenze imprenditoriali: si tratta di essere corretti, agire nella legalità con un proprio codice morale:

«Essere cittadini perbene è il più grande atto di libertà che possiamo compiere- afferma Patrizia Di Dio- io la chiamo rivoluzione delle persone perbene».

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