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Un evento di riflessione su mito, storia e archeologia

Presentato il libro “Il Lametino. Dal paesaggio osservato al paesaggio antico ricostruito”

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di Nicholas Miriello e Antonio Mercuri

 

Nella giornata di ieri, durante il terzo appuntamento di Trame 13, è stato presentato il libro “Il Lametino. Dal paesaggio osservato al paesaggio antico ricostruito. Un percorso tra mito, storia e archeologia” a cura di Giovanna De Sensi Sestito e Stefania Mancuso (Gigliotti Editore).
All’evento, intitolato “Il Paesaggio Culturale: Memoria Attiva”, hanno partecipato le stesse autrici, rispettivamente storica ed archeologa, nonché la Direttrice del Museo Archeologico Lametino Simona Bruni, e l’avvocato e scrittore Francesco Bevilacqua, con la moderazione del giornalista Massimo Tigani Sava. La presentazione è poi confluita nella mostra “Visioni Civiche. L’arte restituita”, tenutasi presso il Museo Archeologico.
Durante l’incontro De sensi ha affermato come l’antica città di Terina, di cui lei ha anche parlato in un suo recente lavoro dal titolo “Tra l’Amato e il Savuto. Terina e il Lametino nel contesto dell’Italia antica, edito da Rubbettino” rappresentasse quell’unità di cui oggi la città di Lamezia Terme dovrebbe ricordarsi: “Tutti conoscono cos’è Terina ma pochi riescono ad essere coinvolti direttamente da essa”.
Ricordiamo infatti come il tesoro di Terina, costituito da monili tutti in oro sia esposto al British Museum dal 1896 e che solo per un breve lasso di tempo (dal novembre 1998 al gennaio 1999) abbia fatto tappa al museo di Lamezia Terme.
Interessante l’intervento dell’archeologa Mancuso in merito al coinvolgimento di tutta la comunità verso il patrimonio culturale lametino: “Il patrimonio sarà di tutti quando sarà per tutti. La ricerca non basta, quest’ultima non dovrebbe fermarsi allo scavo e ai ritrovamenti ma al valore che quest’ultimi trasmettono. L’archeologia non ha senso se non riesce a comunicare ciò che non si è vissuto in quel territorio, dove ancora ai giorni nostri si costruiscono interazioni storiche ed antropologiche e diviene ciò che noi percepiamo”. Inoltre, la professoressa ha menzionato anche il lavoro dell’archeologo Paolo Orsi a proposito della riappropriazione confermando la presenza degli antichi centri di Temesa, Terina, all’inizio del ‘900, esplorando la Piana di Sant’Eufemia. Successivamente infatti le sue intuizioni furono confermate dalla ricerca archeologica odierna
La partecipazione all’evento ha destato molto interesse attraverso una partecipazione numerosa di quella stessa comunità che dovrebbe seguire le parole delle due docenti. 
Infine, la direttrice Bruni ha ripreso un concetto importante sul valore del singolo reperto archeologico confermando come: “Abbia vissuto molte vite”.
 

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