Cara Presidente,

cogliamo al volo questa opportunità di scriverLe, grazie alla conferenza stampa per la presentazione di Trame. Evitiamo di proposito gli “egregi” e gli “illustrissimi” perché sentiamo di poter avere con Lei, per il suo vissuto e la sua storia, un confronto diretto e una comunicazione non formale sui temi della lotta alle mafie, tanto presente nei nostri territori.

La realtà che viviamo giorno dopo giorno la conosciamo bene, è inutile dire che alcune cose sono ancora da scoprire, che non esistono e che sono rare. È sotto i nostri occhi, ci tiene per mano e appesantisce i nostri passi, come una mano che stringe le nostre caviglie, come un sassolino nelle scarpe. La mafia, tanto cara a molti uomini in tutto il mondo, vive dentro di noi e si manifesta ogni giorno della nostra vita. Essa ci ha trasformato, modifica i nostri pensieri e le nostre azioni. Ha reso suoi alcuni uomini.

Nel Sud la mafia si è insediata riempiendo le lacune dello Stato, illudendo e proponendo, come rimedio ai problemi delle persone, la strada apparentemente più semplice: l’illegalità. Forse per paura, per disinformazione o per libera scelta la ‘ndrangheta è stata raramente osteggiata fino a quando non sono arrivati uomini come Falcone e Borsellino. Anche nella nostra terra, in questi ultimi anni, si cominciano a raccogliere i frutti della lotta a questo fenomeno, infatti si è giunti di recente ad una condanna di 35 ‘ndranghetisti appartenenti al clan Giampà, una delle famiglie mafiose che ha messo in ginocchio Lamezia negli scorsi anni.

I nostri stessi genitori ci raccontano che la parola ‘ndrangheta, per molto tempo, non si è né scritta né pronunciata. Oggi, invece, nella nostra città si è addirittura arrivati all’organizzazione di un festival dedicato proprio a queste tematiche. Il festival Trame è una interessante opportunità per contribuire direttamente alla sensibilizzazione contro il fenomeno mafioso che, purtroppo, è ancora molto diffuso. Lamezia Terme, in particolare, è stata ed è tuttora scenario e teatro di prepotenze e sottomissioni mafiose che frenano lo sviluppo e la serenità di una terra che ha tanto da offrire.

Partecipando attivamente a Trame si diventa maggiormente consapevoli di quanto accade a Lamezia. Si scopre che sono tanti i negozianti lametini che pagano il pizzo, forse la forma più primitiva di prepotenza mafiosa; si scopre l’indisponibilità di alcuni di loro nell’appendere la locandina del Festival nella propria attività commerciale, ma si scopre anche il sorriso di altri che ci accolgono con gli occhi pieni di speranza.

Noi abbiamo ancora molta strada da fare ma siamo convinti che, percorrendola insieme, sia meno faticosa. È proprio per questo che è importante appoggiare Trame, il Festival che raduna tanti giovani accomunati da un unico obiettivo: sensibilizzare. È importante ribadire, inoltre, che questa iniziativa non si ferma alle semplici parole ma contribuisce, raccontando e dibattendo, a lottare contro questo fenomeno. I semi, gettati durante l’evento, germoglieranno nel tempo.

A coltivare questa terra fertile dobbiamo essere noi cittadini lametini attraverso il nostro impegno nella lotta contro ogni tipo di atteggiamento mafioso, indignandoci ogni qualvolta un negozio salta in aria. Non possiamo abituarci a simili episodi, si devono prendere provvedimenti perché per troppo tempo si è taciuto.

Per noi, Trame è un’opportunità preziosa, è quell’albero che deve essere curato per fiorire e, più concretamente, ci dà la possibilità di conoscere da vicino scrittori, registi, giornalisti e magistrati che altrimenti rimarrebbero lontani da noi. Dà voce a chi ha un bisogno primario di diffondere le proprie idee liberamente e dà la possibilità di arricchire la nostra capacità critica sul fenomeno criminale mafioso.

Noi chiediamo a tutta la classe politica di non aver paura e di combattere con noi per liberarci di questo fardello che impedisce la crescita e il benessere del popolo. La gente non deve temere il male che troppe spesso è stato più potente del suo antagonista. I progressi che sono stati fatti in questi ultimi anni sono notevoli, se paragonati al silenzio che una volta regnava nel nostro territorio.

I giovani che voi chiamate figli e futuro toccano e vedono ciò che sporca la città ogni giorno, in ogni angolo della strada, nei negozi e nella scuola.

Per questo, oggi vi invitiamo ad ascoltarci e ad unirvi al nostro “movimento”, alla presa di posizione che tutti voi dovreste avere e che inconsciamente tenete nascosta sotto quegli abiti che, ai nostri occhi, hanno una certa importanza.

A Lamezia esistono giovani che escono da alcuni negozi della città con buste piene di vestiti griffati senza preoccuparsi di dover pagare… sono i figli di capocosca ed affiliati.

Nella stessa città altri giovani escono dalla sede dell’Ala (Associazione Antiracket Lamezia ) dove è appena finita la prima delle tante riunioni in programma per l’organizzazione del Festival Trame… sono i giovani liberi, che partecipano al festival “Music Against ‘Ndrangheta”, che suonano alla Festa dell’Arte, che pubblicano libri, che con impegno vogliono dare un volto nuovo a questa città.

Facendo nostre le parole di un giovane siciliano, la salutiamo così:

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.” [Peppino Impastato] 

 

I giovani volontari del Trame Festival