« Era un uomo buono solo disarmato. In quattro andarono a sparargli. Lo spiarono, lo seguirono, lo raggiunsero sul portone di casa. In silenzio gli andarono alle spalle. Lo fermarono. E per fermarlo lo chiamarono padre, perché era un sacerdote. Immobile, l’omicida teneva in pugno la vittima e la pistola. Non ebbe il coraggio di parlare. E un altro mentí per lui. «È una rapina», disse. »

Il libro

Pagina tratta da “A testa alta. Don Giuseppe Puglisi storia di un eroe solitario”
Autore: Bianca Stancanelli
Editore: Einaudi
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«Questa è la storia di Giuseppe Puglisi, prete-coraggio in terra di Sicilia. Fu eliminato nel 1993 perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia che nel rione Brancaccio, alle porte di Palermo, ha da tempo immemorabile creato un vivaio di manovalanza criminale.

Un caso di inquietante solitudine. La solitudine dell’uomo di fede, impavido fino al sacrificio di sé. Una solitudine che Bianca Stancanelli racconta con appassionata meticolosità e rara efficacia letteraria nella convinzione – vedi la citazione di Borges in apertura di libro – che talvolta, a illuminare il buio della nostra generale codardia, basta l’esempio di un solo hombre valiente. È un modo per avvertire il lettore che quella che si accinge a leggere è la biografia di un piccolo prete dal grande cuore, un eroe vero tra tanti eroi di cartapesta, deciso a dare un’anima a un quartiere che un’anima non l’ha mai avuta, un quartiere abbandonato dallo Stato e posseduto dal diavolo, dove è già un atto di sfida camminare a testa alta».  [Ermanno Rea]