Ad aprire le danze, in questa giornata iniziale di Trame 6, sono stati John Dickie ed Ettore Cinnella che, sullo stage del chiostro di San Domenico, sotto l’attenta coordinazione di Fabio Truzzolillo, hanno dato vita a un incontro, denominato Banditi e Briganti, e incentrato sui libri Nel regno di Musolino e Carmine Crocco, un brigante nella grande storia riguardanti la vita dei due briganti Giuseppe Musolino e Carmine Crocco.

Ettore Cinnella, già professore di Storia Contemporanea e dell’Europa Orientale all’Università di Pisa, ha iniziato la discussione parlando del grande brigantaggio, il fenomeno sociale che sconvolse il Meridione d’Italia dal 1861 e il 1865, rimasto nell’immaginario collettivo della popolazione grazie alle narrazioni dei cantastorie che per decenni hanno tramandato le gesta di questi personaggi, diventati col tempo dei miti.
Cinnella ha raccontato nella sua opera la vita avventurosa di quel brigante Crocco, diventato condottiero di un esercito di mille adepti, prima di concludere la sua vita nelle carceri italiane.

La discussione è dunque scivolata sul libro Nel regno di Musolino, scritto da Adolfo Rossi nel 1901 e recentemente curato dagli studiosi Dickie e Truzzolillo, in cui viene svelato che, in un certo senso, il cosiddetto brigante dell’Aspromonte, in realtà non era affatto tale.
«Musolino era senza dubbio un affiliato alla picciotteria, come era chiamata una volta» ha detto John Dickie. «La sua storia, perciò, diventa comprensibile solo all’interno di quel quadro».
Il giornalista Adolfo Rossi, dopo aver frequentato una scuola di giornalismo negli Stati Uniti d’America, fece ritorno in Italia e scese in Calabria intervistando per tutto l’Aspromonte gli amici e i famigliari di Giuseppe Musolino, al tempo latitante. I suoi importanti pezzi, un affresco delle condizioni sociali dell’epoca, però, non verranno pubblicati.

John Dickie, Fabio Truzzolillo, Ettore Cinnella

John Dickie, Fabio Truzzolillo, Ettore Cinnella

«Come mai, allora, Musolino esce fuori come un brigante nobile?» si chiede lo storico britannico.
Il suo processo, svolto a Lucca e a cui il Musolino si presentò in abiti eleganti, lanciando così l’immagine del brigante gentiluomo, come evidenzia Fabio Truzzolillo, fallì; i testimoni interrogati ritirarono tutte le accuse. In tal modo la popolarità del Re dell’Aspromonte aumentò esponenzialmente assumendo la figura dell’uomo vendicatore, vittima dell’ingiustizia dello Stato, una sorta di Robin Hood calabrese.
«Insieme a Fabio» ha concluso John Dickie «abbiamo voluto finalmente dar vita, a distanza di oltre un secolo, a questo documento per smontare il mito del brigante Musolino».

l´incontro