“Nel corso della ricerca ci siamo resi conto che era stata la polizia a portarsi via i nostri figli con l’appoggio di agenti statali, compreso il loro comandante. Quando abbiamo capito che erano stati sequestrati dalla polizia abbiamo cercato l’aiuto del governo e poi di tutte le istituzioni. Ingenuamente, senza immaginare a che punto potesse arrivare il livello di corruzione in Messico”. È una delle terribili testimonianze raccontate nel documentario “La terra degli alberi caduti”, realizzato dal giornalista Claudio Cordova, presentato in anteprima nazionale a conclusione della terza giornata di Trame.8

Il cronista reggino, intervistato da Manuela Iatì, ha raccontato il suo “viaggio negli inferi” di un Messico che “non è quello raccontato dalla propaganda governativa, un luogo paradisiaco di belle spiagge e divertimento. È una terra dove i narcotrafficanti, pezzi della politica e delle istituzioni vanno a braccetto. Dove il livello di corruzione supera il 90%”. Nella video-inchiesta di Cordova si parla della tragedia dei desaparecidos: circa 40 mila persone scomparse e più di 980 fosse comuni. “Un dato – sottolinea Cordova – che supera quello delle dittature sudamericane del secolo scorso”. Emblematica la vicenda dei 43 studenti della scuola Ayotzinapa, scomparsi senza motivo per mano dei narcotrafficanti con l’aiuto delle Forze dell’Ordine.  Denunciare equivale ad autocondannarsi a morte.

A farne le spese sono anche tantissimi giornalisti che cercano di rivelare attraverso le loro inchieste il legame tra lo Stato e la criminalità organizzata. I cronisti, spesso unica speranza per i familiari dei desaparecidos di ritrovare i loro cari, vengono eliminati quando cercano e tentano di raccontare la verità. “Nessuno ci ha aiutati perché, come si dice qui in Messico, quanto cade un albero tutti fanno legna. Ed è vero. Tutti hanno abusato di noi”, rivela a Cordova una madre alla ricerca dei suoi quattro figli, di cui non si sa più nulla da anni.  In Messico la verità viene messa a tacere, non si deve ricercare, eppure – conclude Cordova – “solo la verità guarisce. Senza verità non può esserci giustizia e riconciliazione per questa terra”.