Chiunque sia vissuto nel Salento nei vent’anni che intercorrono tra il 1983 e il 2003 ha certamente qualcosa da raccontare sulla Sacra corona unita. Mia madre, all’inizio degli anni Novanta, insegnava nella scuola media di Merine, in provincia di Lecce: uno dei tanti feudi sacristi, con affiliati e capi-zona.

Ricordo che in casa si raccontava di alunni, alcuni di essi anche bravi e studiosi, che erano «figli di boss»; e uno di questi pareva avesse una tigre nella sua grande villa. Un fatto che, successivamente, non sono mai riuscito ad appurare, ma che rimane comunque verosimile, poiché imafiosi amano la cura e la custodia di animali selvatici e feroci, rappresentando essi, da sempre,manifestazioni del poteremafioso. Il mio immaginario – ero un bambino d’una decina d’anni dedito alle letture di Salgari, la cui fantasia poteva essere attraversata da ogni cosa che fosse diversa
dall’ordinario – ne rimase indelebilmente segnato.

Il libro

Pagine tratte da “Storia della Sacra corona unita. Ascesa e declino di una mafia anomala.”
Autore: Andrea Apollonio
Editore: Rubbettino
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Strano il destino della “quarta mafia”: sottovalutata negli anni di espansione e radicamento, ampiamente sopravvalutata oggi, che non esiste più in quanto struttura mafiosa. È forse questa una delle ragioni per le quali non è mai stata scritta una “Storia della Sacra corona unita”, che necessita di analisi criminologica, ma anche di obiettività storica. Il volume apre uno squarcio sui vent’anni di mafia che la Puglia – ed in particolare il Salento – ha vissuto, dagli anni Ottanta fino agli esordi del Duemila. Riporta e analizza quanto è accaduto, ma anche quello che c’è stato prima e dopo la parentesi mafiosa. Una storia che non è mai stata raccontata; una parabola che, nella sua interezza, non è mai stata tracciata.