Nella piazzetta San Domenico nel centro di Lamezia Terme, ieri sera è stato presentato ad un numeroso ed attento pubblico il libro dello storico Salvatore Lupo dal titolo “Antipartiti. Il mito delle nuova politica nella storia della Repubblica”, edito dalla casa editrice Donzelli. 

Una interessante conversazione tra il direttore artistico del Festival, Gaetano Savatteri e lo stesso Lupo che partendo da un’attenta analisi dell’attuale situazione politica italiana, hanno discusso sul ruolo degli anti partiti nella società nostrana, costruendo, quindi, delle osservazioni politico storiografiche considerando già il ruolo di alcuni gruppi ed organizzazioni ottocentesche, passando per i grandi partiti di massa del novecento, fino ad oggi dove il ruolo dei partiti è considerato marginale rispetto alla grande partecipazione alla vita pubblica di movimenti ed associazioni.

Un ruolo e un modello politico certamente non nuovo quello degli anti partiti ma che, come sostiene lo storico Lupo, è ormai una costante che si ripete in modo ciclico nella cultura politica italiana.
Gli stessi grandi partiti, ad iniziare dal Partito Nazionale Fascista, si presentarono alle masse come una novità, come il nuovo che si allontanava dai vecchi schemi partitici dell’epoca. Stesso discorso per l’innovazione politica aziendale portata avanti da Berlusconi e dai suoi alleati a partire dal 1994, la cui discesa in campo coincide con la fine dei grandi partiti di massa e con lo svuotamento della forma partito classicamente intesa. Un ragionamento che non poteva non includere anche il Movimento Cinque Stelle, grandissima novità dell’attuale panorama politico.
Ogni rivoluzione politica o culturale in atto nel territorio italiano ha avuto, quindi secondo Lupo, un movimento anti partitico che successivamente  ha indossato, anche inconsapevolmente, i panni del partito agendo come tale e mantenendo difetti e pregi di questa forma organizzativa.
Al termine una considerazione e una domanda che Salvatore Lupo si pone e che ha girato al pubblico di Trame: “e se la retorica antipartitica fosse non la soluzione, ma il problema della vita politica italiana dell’ultimo ventennio?

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