L’hinterland palermitano costituisce uno dei principali luoghi di genesi del fenomeno mafioso. Già nel 1900, il questore di Palermo denunciava l'”Alta maffia dei Ciaculli”. Da allora, per oltre un secolo, le cosche di Santa Maria di Gesù e Ciaculli avrebbero saldamente mantenuto il potere criminale, continuando a “funestare” Palermo con “i molti gravi delitti di sangue”.

È in questa parte della Conca d’oro che hanno imperato blasonate famiglie mafiose, come quella dei Greco o dei Bontate, capeggiate negli anni Settanta-Ottanta del Novecento da Michele Greco, “il papa”, e da Stefano Bontate, “il principe di Villagrazia”. La repressione fascista degli anni Venti colpì per qualche tempo queste consorterie criminali, condannando in maxiprocessi ante litteram centinaia di mafiosi. La portata effettiva dell’operazione Mori si rivelò, però, meno incisiva di quanto propagandato dal regime. I processi che ne scaturirono restano, invece, una fonte di grande valore per ricostruire l’intreccio mafioso nella sua complessità, poiché aprono uno squarcio sulla storia ultrasecolare di sodalizi criminali che – con impressionante continuità – ritroviamo da oltre un secolo nelle cronache di mafia.


La mafia alla sbarra.

I processi fascisti a Palermo

Un libro scritto da Manoela Patti edito da Istituto Poligrafico Europeo