In un Paese normale, quando hai quattordici anni, quello che accade fuori da te, non dovrebbe avere molta importanza. Annalisa Durante, uccisa a Forcella a quattordici anni in un agguato di camorra, il 27 marzo del 2004, con quello che accadeva nel suo quartiere da circa sessant’anni, non c’entrava proprio niente, eppure è stata uccisa e con lei il suo futuro.
Nel 2004, a Forcella, storica roccaforte della famiglia camorristica dei Giuliano, c’è un conflitto tra quel che resta del clan Giuliano e quello dei Mazzarella, per il controllo dello spaccio della droga. Annalisa a questa guerra era estranea. A quattordici anni non si fa la guerra, semmai si sogna di diventare grandi. Invece, la giovane Annalisa, in una sera di fine marzo del 2004, mentre era a chiacchierare con le sue amiche, sotto il portone della sua casa, viene colpita a morte da un proiettile, esploso ad altezza d’uomo dall’ultimo erede del clan Giuliano. Il libro non racconta solo il crudele assassinio di Annalisa, una adolescente uccisa in
un conflitto a fuoco tra clan rivali. Non si limita a tracciare la geografia di due clan della camorra che da anni si fanno la guerra, togliendo il respiro ad un quartiere ed a un’intera città.