C’è un posto in Calabria, precisamente a Reggio Calabria, che si chiama “A” Accademia Gourmet, è un luogo di gusto ed ha una terrazza che si affaccia sul “chilometro più bello d’Italia” a gestirlo è Filippo Cogliandro, chef prestigioso e coraggioso. La sua attività precedente si trovava a Motta San Giovanni, ed è lì che gli è stato detto “Se hai pagato qualcuno per la tua tranquillità sappi che da ora in poi dovrai pagare noi”.

La sua storia apre il volume “Tra convenienza e sottomissione” di Enzo Ciconte, edito da Rubbettino per la collana Arcipelago della Federazione Antiracket Italiana, presentato nel suo ristorante il 12 maggio 2015, alla presenza di numerosi ospiti. Un incontro moderato dal direttore de “Il Dispaccio” Claudio Cordova e che ha visto gli interventi di Stefania Ziglio referente dell’Osservatorio sulla ‘ndrangheta, del presidente dell’Associazione Antiracket di Lamezia, Armando Caputo, del Presidente della FAI Giuseppe Scandurra e del suo presidente onorario, Tano Grasso e del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho che, con il Prof. Enzo Ciconte, autore del libro, hanno contribuito al racconto di un viaggio tutto calabrese tra testimonianze e atti giudiziari, che hanno segnato la svolta sociale con la denuncia, ma che seppur non risolve la problematica del racket, ha aperto una faglia nell’apparato ‘ndranghetista.

Una comprovata veste transnazionale della ‘ndrangheta che vuole ancora dimostrare di avere il controllo sul territorio imponendo una “convenienza che diventa sottomissione”, che è scuola per i nuovi “scagnozzi” che devono dare prova di avere i requisiti per far parte della famiglia ‘ndranghetista, sono le motivazioni ataviche di una usanza che impedisce lo sviluppo libero del territorio Calabrese. Questo un passaggio del prof Ciconte, che pone l’accento dello studioso sulle questioni prettamente sociali di un fenomeno che ha segnato e che segna il mancato sviluppo socio-culturale della Calabria.

Tra le molte riflessioni, che hanno lasciato traccia in un pomeriggio di testimonianza, c’è la convinzione che la solidarietà che segue la denuncia, che non deve mai venire meno in un percorso coraggioso. Colpisce l’affermazione del procuratore De Raho, autore della prefazione del volume, che conclude senza lasciare spazio all’ indecisione, quando parla di una bellezza che non si somma alla libertà. “Reggio è bella, ma viverci è difficile. Due anni qui mi hanno conferito l’autorità di dover dire che alla bellezza di una posizione geografica si contrappone la debolezza sociale, l’unica forza possibile viene dalla denuncia”.

E da un luogo di bellezza e di forza come è la realtà imprenditoriale di Filippo Cogliandro parte, ancora una volta, un messaggio importante di libertà. La “A” di Azione necessaria, non solo di Accademia, sarà a “garantire un futuro di dignità ai nostri figli”.