“Dal vino al metanolo al vino senza uva. Dopo “mucca pazza” il cavallo che diventa manzo. Il caporalato non è solo nella pummarola. La bufala talvolta è una “bufala”. E il falso parmigiano parla cirillico, argentino e spagnolo.. eppure sconfiggere i draghi avvelenati del cibo è possibile”

Non tutto il cibo che arriva sulle nostre tavole è dannoso per la salute o frutto di filiere illegali, ma i draghi e i camaleonti che camuffano prodotti di largo consumo spacciandoli per genuini, buoni e giusti sono un pericolo da cui imparare a difendersi. L’agroalimentare muove oltre 270 miliardi di euro e occupa 2,5 milioni di persone. È un pilastro dell’economia nazionale. Il principale fattore di traino è l’eccezionale appeal del made in Italy, un potentissimo ambasciatore di qualità ovunque nel mondo. Che logicamente “attira”, per le opportunità che offre, anche soggetti senza scrupoli pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze sono opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare e avallare senza saperlo. Pur riconoscendo l’attenzione crescente riposta nel cibo buono, sano e giusto, questa autorevole e accurata indagine sul campo – condotta da Gian Carlo Caselli, oggi Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema
agroalimentare, e da Stefano Masini, docente di Diritto Agroalimentare all’Università di Tor Vergata – denuncia l’esistenza di una vera e propria task force criminale, che allinea di volta in volta operatori prepotenti, spregiudicati e maliziosi, in grado di offendere i diritti essenziali alla salute e di deludere le lecite aspettative del
consumatore in termini di gusto, natura e autenticità. Eppure sconfiggere gli avvelenatori del cibo è possibile. C’è bisogno di conoscerli e stanarli per riporre al centro della nostra spesa ciò che vogliamo in termini di sicurezza e qualità.

Il libro

Pagina tratta da: C’è del marcio nel piatto

Autore: Gian Carlo Caselli

Editore: Edizioni Santa Caterina