A Palazzo Nicotera, il regista Jesus Garces e John Dickie, storico, coordinati da Giuseppe Maviglia, giornalista del quotidiano “Gazzetta del Sud”, hanno presentato il docufilm “Chiesa nostra”. E’ intervenuto, inoltre, Don Giacomo Panizza, grande modello di lotta alla mafia.

“I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati” è così che Papa Francesco nel 2014 si dichiara contro le mafie. “Chiesa nostra” è un’indagine che attraverso documenti e interviste, ricostruisce i rapporti di connivenza tra criminalità organizzata, religione cattolica e Chiesa.
Attraverso questo documentario, John Dickie, partendo dall’affermazione di Papa Francesco, ha l’intento di capire e riflettere su cosa accade dopo che i mafiosi sono stati pubblicamente scomunicati dal capo della Chiesa e quindi analizza un contesto che è in continua evoluzione.

Dickie

Dickie

Lo studio di Dickie parte dal sud, dove la criminalità organizzata rappresenta una grande emergenza; in particolare, lo storico parte dalla Calabria, la regione più povera dell’Italia ma che è patria dell’organizzazione più ricca: la ‘ndrangheta.
“Chiesa nostra” percorre un viaggio nei covi sotterranei utilizzati dai boss, dove trovavano spazio cappelle votive, immagini sacre e testi religiosi, ricostruisce le complicità tra alcuni preti e mafiosi e raccoglie le testimonianze di sacerdoti che conducono costantemente una battaglia contro le mafie, anche a costo della propria vita.
“Non si può fare del bene e del male; la via della fede è unica”, è così che Don Panizza ha commentato le testimonianze di Padre Frittitta, il sacerdote accusato di aver appoggiato il boss Pietro Aglieri.
Nonostante le affermazioni del pontefice, esistono ancora delle connivenze tra mafia e Chiesa, che sono solo una pagina di un grande libro titolato “I rapporti tra Chiesa e potere”.