La Cultura può sconfiggere le mafie?
La vera forza delle mafie sta nelle relazioni che sono riuscite e riescono a tessere con esponenti di tutti i settori della so­cietà. Non ci sono categorie sociali di per sé immuni dal rischio di ‘contagio’ del virus mafioso. Le indagini hanno dimo­strato che professionisti, politici, burocrati e spesso anche imprenditori stringono accordi con le mafie per convenienza: contano di guadagnare con l’ap­poggio dei mafiosi denaro, voti, progressi di carrie­ra, potere.

La legalità è il frutto del modo di pensare e delle scel­te concrete di ognuno di noi e della società nel suo insieme. Ogni nostro comportamento, ogni scelta politica, ogni fatto può influire sul livello di legalità. La lotta alle mafie è allora una lotta di natura culturale.

C’è bisogno dunque di un grande progetto culturale che affronti il problema alla radice, partendo dall’informazione e dalla formazione delle persone. L’informazione: per cambiare bisogna conoscere, studiare, aggiornarsi, non dare mai nulla per scontato. Sentirsi sempre un po’ analfabeti, bisognosi di sapere. Ci sono giornalisti e operatori dell’informazione che sono esempi di serietà, scrupolo, attendibilità, ma è anche vero che per certa stampa e televisione la Calabria sembra esistere solo in occasione dell’omicidio eccellente e della cattura spettacolare. Un’informazione del genere non aiuta, si ferma agli stereotipi, non apre squarci di chiarezza e di verità sulle collusioni, le omissioni, i silenzi che stanno alla base del potere mafioso.

E poi la formazione, l’educazione, il lavoro soprattutto nelle scuole. Bisogna suscitare nei ragazzi la presa di coscienza e la passione dell’impegno, del sentirsi chiamati in causa anche da ciò che sembra non toccarli direttamente.

Il lavoro con i giovani è molto importante perchè in questa situazione i giovani possono essere la vera forza liberatrice o la punta estrema di una fragilità piena di risvolti negativi. Nel bene o nel male, possono fare la differenza.

Trame credo si inquadri molto bene in questo progetto.

Don Pino De Masi, vicario generale della Diocesi di Oppido Mamertina

Don Pino De Masi, vicario generale della Diocesi di Oppido Mamertina

 

Perchè vale la pena  occupare un posto in piazza a Lamezia nei giorni di TRAME festival?
Lamezia è una città icona della Calabria.Una città fortemente pervasa dalla ndrangheta, che ha attraversato periodi terribili nella sua storia, ma è anche una città che negli anni sta cercando di costruire un movimento antimafia in grado di produrre il cambiamento. Trame è frutto di questo movimento e si pone quindi come un ulteriore segno positivo a favore del cambiamento della nostra Regione.

Rione San Teodoro, Lamezia

Rione San Teodoro, Lamezia

Esserci a Lamezia, “occupare” per alcuni giorni le piazze di Lamezia significa mettersi in gioco per costruire dignità e diritti laddove le mafie li soffocano con le logiche del ricatto e del favore. Significa schierarsi a fianco di coloro che gridano ad alta voce che il cambiamento anche in questa terra di Calabria è possibile.

Perché è necessario un Festival dei libri sulle mafie?  E perché sostenerlo?
Un festival di libri sulla mafia, che diventi un appuntamento annuale di confronto nazionale ed internazionale sul tema delle mafie, è più che mai necessario e non può non essere accolto da tutti positivamente. Io personalmente l’ho accolto sin dalla prima edizione in modo incondizionato con la mia partecipazione a diversi eventi dello stesso. Ritengo infatti che il fenomeno mafioso, in quanto espressione di violenza, non può essere confinato a momenti straordinari della vita sociale, quando cioè accadono omicidi, atti di intimidazione, danneggiamenti, sequestri o atti contro la vita in genere. L’esperienza ci dice, invece, che l’azione mafiosa, per sua natura, vive nelle pratiche quotidiane ed influenza fortemente le culture individuali e collettive.

La vita della comunità, del mercato, della politica e della società civile risentono fortemente della sua presenza. Le mafie in generale e la ndrangheta in particolare sono , infatti, produttrici di norme e di valori che danno luogo ad un vero e proprio processo d’istituzionalizzazione che in molti territori diventa la forma di regolazione sociale più efficace e più importante. Per sconfiggere, dunque, le mafie   c’è bisogno di un grande progetto educativo che affronti alla radice, partendo dalla formazione delle persone, i problemi culturali che rendono possibile la fioritura della criminalità organizzata. Gli arresti, i sequestri e le confische sono fondamentali e servono a vincere una battaglia, ma non la guerra.. Per vincere le mafie è indispensabile l’impegno dei cittadini e della società civile organizzata al fine di spezzare la coltre della cultura mafiosa, dell’omertà, della paura e coltivare una cultura antimafiosa, della cittadinanza attiva, dell’impegno civile

E’ quella appunto che io chiamo l’ antimafia del giorno prima. E allora ben venga un appuntamento come Trame, ben vengano tutte quelle iniziative, che si inquadrano in questo contesto.

 


Don Pino De Masi è vicario generale della Diocesi di Oppido-Palmi e referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro, con le sue cooperative di lavoro è il simbolo della Calabria che resiste alle mafie.