“Però non ha denunciato. Non per paura. Avesse avuto paura, non sarebbe andato a fare indagini. Se non ha paura, cosa la spinge a tacere?» Non rispose. Lui stesso non era in grado di decifrare appieno le ragioni del suo silenzio. «Intende dirmelo perché non ha avuto paura?» insistette. Garbato ora. «La paura ce l’ha chi ha da perderci. Io quello che avevo da perdere l’ho già perso”

Ognuno ha con il destino un appuntamento che non è in grado di dirottare.
Quello di Giorgio Marro, brillante avvocato penalista, si è compiuto nel momento in cui un dramma ha colpito la sua famiglia in diversi modi, tutti disastrosi: il figlio piccolo ora in un’immagine sorridente da una lapide, il maggiore in sospensione tra un inganno di vita e la morte che se la prende comoda, sbeffeggia anche, la moglie in un delirio doloroso che l’ha indotta a scendere dal mondo, lui impaziente che si consumi la caduta interminabile e giunga il tonfo. Mentre annaspa tra limacciosi pensieri di distruzione, Giorgio intravede i bagliori di una
battaglia che è disposto a combattere solo chi non ha più niente da perdere, solo chi, dopo aver vissuto con le spalle voltate a non vedere, può smettere di avere paura: c’è la ’ndrangheta dietro la pressante richiesta di acquistare un suo terreno a picco sul mare dello Stretto, brullo e arso dal sole, e che non vale nulla; c’è la ’ndrangheta dietro la scomparsa di due malavitosi, padre e figlio, che lui è stato l’ultimo a vedere vivi, lassù nella proprietà contesa, e che immagina incappati nella lupara bianca; c’è la ’ndrangheta dietro le prepotenze per convincerlo a vendere. E da quelle parti la ’ndrangheta è zi’ Masi, un capobastone che non sa rinunciare
all’antico, la ’ndrangheta sono i Survara, che hanno abbracciato la modernità delittuosa e le nefandezze a essa appiccicate. Marro indaga. Si spinge lontano, fino a disturbare l’avidità feroce, fino a restare ingabbiato nei
contrasti tra le due ’ndrine, fino a impattare nella brutalità della violenza criminale, fino a stagliarsi ombra solitaria, lunga di un sole già basso.

Il libro

Pagina tratta da: Marzo per gli agnelli. C’è un tempo per morire. E un tempo per combattere

Autore: Mimmo Gangemi

Editore: Piemme