Si incontrano e si fondono nuovamente e con lo stesso travolgente effetto il jazz e la lotta alla mafia in chiusura della seconda serata del festival Trame.

Appuntamento al calar della notte col ritmo caratteristico quanto camaleontico del genere, che stavolta ha preso vita attraverso Francesco Cafiso (sax alto), accompagnato dal Francesco Scaramuzzino Trio, gruppo lametino composto da Francesco Scaramuzzino (pianoforte), Francesco Tino (basso elettrico) e Andrea Mellace (batteria).

Francesco Cafiso è il precoce talento italiano (nasce nella provincia di Ragusa) nominato nel 2009 “ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo”. Suonatore di sax dall’età di sette anni e famoso in tutto il mondo dall’età di tredici,  nella sua carriera già stellare ha collaborato con numerosi artisti (particolare incontro per la sua crescita è stato, sostiene l’artista, quello con Wynton Marsalis) e ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui “il Gran Award of Merit” da parte dell’American Society of the Italian Legions of Merit” nel 2014. Un’eccellenza italiana che ha spalancato le porte della musica del suo paese da New Orleans a Montréal, da Tokyo a Londra, dai festeggiamenti in onore della prima elezione di Barack Obama a Washington al Chiostro San Domenico di Lamezia Terme.

L’artista si è detto felice di poter portare la propria musica in un festival di lotta contro le mafie, poiché ciò incarna il messaggio profondo del genere jazz, che ha origine non in salotti ma dai canti di lavoro degli schiavi afroamericani. Ha inoltre raccomandato ai giovani che vogliono realizzare i propri sogni concentrazione e impegno. Nulla è scontato o facile, ma è raggiungibile con la passione.

Intervista a Francesco Cafiso