Ospite d’eccezione dell’ultima serata del festival è il senatore pentastellato, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. Il Senatore ha dialogato con i giornalisti Carlo Puca, Paolo Borrometi, Floriana Bulfon e col direttore artistico Gaetano Savatteri, non facendosi mancare numerose citazioni erudite e battute di stile. Ad aprire l’incontro lo scambio scherzoso di battute con Savatteri, che associa il colore politico di Morra al colore delle sedie. Morra si tiene ben lontano dalla sedia.
Il tema partitico viene ripreso quando durante il dibattito si ipotizza un’alleanza tra M5S e PD in seguito ad una provocazione di Carlo Puca, che allude alla tanto discussa instabilità governativa. Inizialmente il Senatore loda il segretario del PD Nicola Zingaretti, per il suo “tempestivo e draconiano” intervento di espulsione dal partito di due esponenti indagati per legami con la criminalità; ma, come ribadito dal Senatore stesso, “una rondine non fa primavera”. Morra sottolinea, infatti, le grandi differenze tra le due forze politiche in questione, senza risparmiare colpi per la Lega, dalla quale prende le distanze, citando il caso diametralmente opposto di Arata. Fra i vari e numerosi argomenti del dibattito sono stati poi centrali il rapporto tra mafia e cultura e la gestione dei beni confiscati dalla mafia. Il filo conduttore risulta essere la necessità di un’istruzione basata su sani valori, che se impartiti sin dalla più tenera età, sono in grado di risollevare le sorti di un territorio. Si crea così un terreno sfavorevole alla proliferazione della criminalità organizzata. “La mafia potrà essere sconfitta da un esercito di maestri elementari“, la citazione di Gesualdo Bufalino che il presidente decide di utilizzare, probabilmente per il suo passato da insegnante, per sottolineare l’importanza dell’educazione come arma in questa lotta. Battaglia da lui ribadita, poiché, ritiene che ai nostri giorni a livello territoriale non ci sia un tessuto sociale adatto per reagire alla criminalità. Non manca poi il riferimento al decreto sicurezza e in particolare alla sezione dei beni confiscati. I dubbi legati alla vendita di questi ultimi ai privati sono molti, poiché si ha il timore che possano tornare nelle mani dei clan  per vie traverse. Il Senatore ha dunque spiegato che la vendita era già contemplata in una legge precedente. Fra le varie misure proposte si sofferma sulla volontà di intervenire sulle pene legate al reato di intestazione fittizia di beni. Il suo intento è di inasprire non le pene massime, su cui spesso si concentra l’attenzione, ma che raramente vengono applicate, bensì le pene minime, molto più comuni e ritenute non sufficientemente incisive. Per concludere il dibattito, Morra fa riferimento al triplice scioglimento del comune Lametino, sostenendo che non bisogna essere scontenti dell’operato dei commissari ma della reazione dei cittadini.

intervista a Nicola Morra