Come mai la corruzione ha una vita così lunga nella storia del nostro paese? A questa domanda hanno cercato di rispondere il professor Isaia Sales e la dottoressa Simona Melorio che, dialogando con Gaetano Savatteri sul palco di Trame Festival hanno presentato il libro “Storia dell’Italia Corrotta”. L’incontro, tenutosi nella serata del secondo giorno della manifestazione, ha riempito Piazzetta San Domenico, suscitando l’interesse dei cittadini e di coloro che sono accorsi a Lamezia Terme proprio in occasione della nona edizione del Festival.

Per Sales la storia della corruzione nel nostro Paese può essere ricostruita ripercorrendo i principali scandali dal 1861 ad oggi. Uno dei primi casi di corruzione che ha interessato l’Italia è quello del Gruppo Bastogi e della costruzione delle ferrovie meridionali. La corruzione però non è un fenomeno proprio delle terre del sud ma è riconducibile ai maggiori centri economici, come Roma e Milano. “È un prodotto delle classi dirigenti, degli imprenditori, dei politici e dei burocrati e ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”. Secondo la Merolio, nel raccontare le caratteristiche della corruzione italiana non si può fare a meno di riscontrare degli elementi ricorrenti. “Non si tratta di un fenomeno episodico o riferibile ad un singolo cittadino. Non esiste una vittima perché ad essere colpevoli sono sia i corruttori che i corrotti. L’unica vittima della corruzione è il senso dello Stato”. I Paesi cattolici come l’Italia sono più inclini alla corruzione? Per il professor Sales, ci sono anche Paesi non cattolici in cui i livelli di corruzione sono altissimi come per esempio il Giappone dove la mafia è stata quasi legalizzata. Ma non si può negare che la Chiesa nel nostro Paese non abbia
avuto un certo peso nello sviluppo della corruzione: ogni colpa può essere redenta attraverso il pentimento e “anche Dio si può comprare. Il cattolico si sente colpevole verso Dio e non verso la società”.

Ricchezza e cultura non esonerano dalla corruzione e quest’ultima non nasce dalla miseria ma dall’agio perché chi più ha più vuole. Per questo si dovrebbe provare intolleranza, indignazione e avversione verso questo fenomeno. Nel libro infine si parla di Mafirruzione: mafia e corruzione oggi viaggiano insieme anche se hanno avuto percorsi diversi: la mafia al sud e la corruzione soprattutto nei centri finanziari. Attualmente hanno la stessa idea dello Stato. Lo Stato è ciò che si può privatizzare e rendere strumentale ai propri affari. Il pubblico può essere reso privato o dalla violenza o dalla corruzione quindi è uno sfregio ai danni dello Stato. “È la mafia che – conclude Sales – arriva dove c’è già la corruzione che impera, quindi dove c’è una richiesta di interventi sul mercato al di fuori della legge”.

il VIDEO

intervista a Isaia Sales

intervista a Simona Melorio

Myriam Zangari