Non solo libri a Trame: anche quest’anno infatti il Festival ha voluto arricchirsi di linguaggi che incentivano l’opera di diffusione della Cultura a tuttotondo come metodo essenziale di contrasto e lotta alla criminalità organizzata.
Una delle varie arti assaporate durante le giornate di Trame è la Musica e tra gli ospiti non poteva mancare un artista eclettico, popolarissimo tra i giovani, ma soprattutto calabrese come Dario Brunori. Cantautore e attore, amico di Trame è protagonista di un incontro musicale promosso dalla Fondazione Trame e dall’associazione “Che cosa sono le nuvole“.
#TrameDiColorFest con Dario Brunori ha chiuso la quarta giornata in compagnia del Direttore artistico Gaetano Savatteri al cospetto di una Piazzetta San Domenico gremita, colorandosi di numerosi intermezzi musicali.
“La Musica è uno strumento rapido che attraverso il meccanismo di identificazione emotiva permette di raccontare l’umanità – afferma Brunori – mi piacciono molto gli autori che utilizzano il proprio vissuto come pretesto per raccontare altro”.
In modo unico, brioso e molto ironico Brunori sottolinea inoltre la difficoltà di trattare argomenti contro la mafia in territori a presenza tradizionalmente mafiosa come il nostro (e ancor più altrove) e dunque la necessità di utilizzare un approccio che facendo uso di una comunicazione “leggera” possa raggiungere più facilmente un pubblico ampio e giovane “Nella comunicazione, come in tutte le cose della vita, ciò che conta è molto spesso non il “cosa”, ma il “come”.
Ma che cosa vuol dire essere un artista “antimafia”? Chiede il Direttore , ricollegandosi al pensiero di Pif che nel suo intervento a Trame ha affermato la necessità di eliminare i “recinti” dell’antimafia. “L’artista, se é artista, non può non essere “antimafia”; se ognuno si applica su diversi livelli e in diverse forme per combattere, anche parlando d’amore, il fenomeno mafioso, ha già fatto tanto: Cultura è legalità”.
l´incontro