Vincenzo Luberto entra in magistratura nel luglio del ’93, dopo il tirocinio svolto in Roma, prende le funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ove, fin da subito, si dedica al perseguimento dei reati commessi da pubblici ufficiali. Successivamente diviene coordinatore del gruppo di magistrati che si occupavano di criminalità economica finanziaria, impegnandosi in diverse indagini per bancarotta e usura. Fin dal 2001, si occupa di ‘ndrangheta con tutta una serie di indagini che disvelano il fenomeno della disintermediazione bancaria soppiantata dall’erogazione del credito, a condizioni usurarie, da parte delle famiglie di ‘ndrangheta cosentine e cetraresi.
Nel 2003 viene trasferito presso la Procura di Catanzaro ove viene addetto alla DDA con competenza per i Circondari della provincia di Cosenza.
Svolge in questa veste indagini che disvelano i legami fra politica e ‘ndrangheta. Nel 2007, in particolare, nell’ambito dell’indagine denominata OMNIA ricostruisce il controllo del consenso elettorale della cosca Forastefano che, attraverso un complicato sistema di gestione delle truffe all’INPS amministra degli ammortizzatori sociali truffaldini e quindi controlla molti voti che consentivano l’elezione di un consigliere regionale. Dimostra, per la prima volta in Calabria, la sussistenza di un patto del tipo previsto dall’art. 416 ter c.p. vecchia formulazione perché un candidato alle elezioni regionali del 2005 aveva corrisposto al clan Forastefano danaro in cambio di un importante messe di voti. Negli anni a seguire si occupa delle infiltrazioni di ‘ndrangheta presso i Comuni di Rossano e Corigliano. In particolare: l’indagine denominata Santa Tecla determina lo scioglimento del Comune di Corigliano Calabro. Ancora, nel corso del 2013 ha svolto le investigazioni che hanno determinato lo scioglimento dell’amministrazione comunale di Scalea, infatti, in esecuzione di OCC, vennero tratti in arresto il Sindaco e buona parte della Giunta comunale che erano espressione delle ‘ndrine Stummo e Valente.
Dal marzo del 2015 è Procuratore Aggiunto in Catanzaro con delega DDA per l’area c.d. jonica, che comprende i Tribunali di Castrovillari, Crotone e Catanzaro. In questa veste ha svolto le indagini da cui è conseguito il fermo in esito alla c.d. indagine Johnny che ha rivelato il controllo del CARA di Isola di Capo Rizzuto sul centro di Accoglienza di Sant’Anna.
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