A venticinque anni dalla morte, Roberto Mistretta ripercorre la vita del “giudice ragazzino” Rosario Livatino, evidenziandone la dimensione umana e spirituale, fondamento del suo impegno professionale. Era il 21 settembre del 1990. Sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento – Caltanissetta, veniva ucciso in un agguato mafioso il giudice siciliano Rosario Livatino.

Era sulla sua auto, senza scorta, e si stava recando in Tribunale. Per la sua morte sono stati individuati, grazie al supertestimone Pietro Ivano Nava, i componenti del commando omicida e i mandanti che sono stati tutti condannati, in tre diversi processi nei vari gradi di giudizio,
all’ergastolo con pene ridotte per i “collaboranti”. Conosciuto da tutti come il “giudice ragazzino”, oggi Servo di Dio, Livatino lavorava al Tribunale di Agrigento, prima come sostituto procuratore, poi giudice a latere. Ne ripercorre la vita il giornalista e scrittore Roberto Mistretta in capitoli brevi dallo stile narrativo – discorsivo. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell’agguato, tramite le sentenze dei
processuali. Ma l’intento dell’autore non è tanto quello ricordare l’impegno professionale di un
magistrato che ha combattuto senza sosta contro la criminalità organizzata, quanto piuttosto di
evidenziare la dimensione spirituale, che era alla base di tale impegno, così come emerge chiaramente anche da quelle preziose agende, nelle quali il giudice era solito annotare pensieri, travagli, preghiere.
Scrive l’autore nell’introduzione: “Mettiamo le mani avanti: chi non crede negli insegnamenti del Vangelo, probabilmente nelle pagine che seguono non troverà ciò che fa al caso suo. Tale avvertenza al lettore è doverosa da parte di chi scrive, perché questo lavoro, che certo non ha pretesa d’esaustività, pur trattando ampiamente della vita professionale e dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, si propone principalmente di porne in evidenza l’umanità e la profonda spiritualità che, come limpidamente emerge dai ricordi di chi lo conobbe, ne permeò l’intera esistenza. Tanto è vero che ad anni di distanza dal suo barbaro assassinio, a Rosario Livatino, oggi Servo di Dio, vengono ricondotti dei fatti straordinari. E indubbiamente si tratta di fatti che chi non ha fede, farà fatica ad accettare. E tra questi l’annuncio della miracolosa guarigione che il giudice anticipò in sogno alla signora Elena Canale Valdetara che neppure lo conosceva. Un episodio che esula dalla realtà così come noi la percepiamo e siamo adusi a viverla. Un autentico miracolo che viene raccontato dalla viva voce della stessa signora, oggi perfettamente sanata da un male incurabile”. Grazie alla collaborazione di don Giuseppe Livatino, parente di Rosario e postulatore della causa di beatificazione avviata a settembre 2011, nel libro sono raccolte testimonianze che disegnano una spiritualità fuori dal comune. Scrive p. Giuseppe: “In questi anni di inchiesta emerge che siamo di fronte a una personalità nobile sotto tutti i punti di vista. Emergono una grande sensibilità, una grande disponibilità, una profondissima coerenza e, soprattutto, il fatto che Rosario Livatino si lascia conoscere da chi ha interesse a conoscerlo davvero”. A suggello dello stretto legame tra impegno professionale e fede, vengono riportare, nella seconda parte, le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico: la prima, testamento spirituale sul ruolo del giudice; la seconda, il manifesto del suo impegno di magistrato credente. Scriveva il magistrato: “Il compito del magistrato è quello di decidere. Orbene,
decidere è scegliere e, a volte, tra numerose cose o strade o soluzioni. E scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo sia chiamato a fare. Ed è proprio in questo scegliere per decidere, decidere per ordinare, che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio. Un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio. Un rapporto indiretto per il tramite dell’amore verso la persona giudicata”.

Rosario Livatino.

L’uomo, il giudice, il credente.

 Un libro scritto da Roberto Mistretta edito da Paoline Editoriale Libri