Dalla penna della sceneggiatrice de I cento passi, un romanzo di passioni e valori “al femminile”, crudo come le leggi arcaiche della ’ndrangheta, e speranzoso come il cuore delle donne. Vittoria Bollani è un magistrato, viene dal nord e crede nella giustizia. Indagini e arresti sarebbero il suo compito, ma sente che sono armi spuntate.
Il cuore della ‘ndrangheta non si nasconde nei reati. Assunta Macrì è la vedova di un soldato di ‘ndrangheta, non è mai uscita dalla sua terra e gli
unici legami che riconosce sono quelli della famiglia. Per lei la vendetta è un diritto e non avere paura del sangue un dovere. Ma le sue certezze cominciano a vacillare quando il suo primo figlio comincia a farsi uomo. Vittoria vorrebbe scardinare l’omertà delle donne verso un sistema patriarcale che si nutre di morte. Assunta non sa immaginare un futuro lontano dalla gabbia della famiglia. Eppure saranno queste due donne a farsi carico delle tragedie provocate dagli uomini, per amore della legge o dei figli, per ribellarsi alla tradizione, per sognare un altro cielo oltre quello ingombro di sangue sotto cui vivono i loro padri e mariti.