“La maligredi è peggio del terremoto e le case che atterra non c’è mastro buono a ricostruirle”. Con queste parole Gioacchino Ciriaco descrive e presenta appunto La Maligredi, il suo ultimo romanzo presso Trame.8, Festival dei libri sulle mafie il 21 giugno nella piazzetta San Domenico a Lamezia Terme.

L’autore rivendica la storia della Calabria, una terra ricca di beni culturali di valore e di coraggio. E chi meglio di un suo figlio può raccontarla?

Il libro descrive l’esperienza di tre ragazzini, Nicola, Filippo e Antonio, che iniziano ad avvicinarsi alla piccola criminalità. Ciò fino all’arrivo di Papula, un ragazzo più grande che lavora in Germania e che decide di ritornare nel suo paese d’origine, portando con sé il vento della rivoluzione.

Gioacchino Criaco descrive così un’inedita storia di ribellione al sud, in Aspromonte, la rivolta portata avanti soprattutto da ragazzi e donne, le gelsominaie di Africo, che voleva per noi meridionali maggiori diritti per i lavoratori e un futuro migliore. Una rivolta profumata al gelsomino, in cui tuttavia, lo Stato decide di schierarsi dalla parte del potere locale, di coloro che per regolare i propri interessi, sono capaci di sopraffare i più deboli.

Ed è proprio per questo che l’autore titola il libro La Maligredi: “come la brama del lupo che, quando entra in un recinto, non si accontenta di mangiare le pecore che gli basterebbero per sfamarsi, ma decide di scannarle tutte”, come si legge nella quarta di copertina.

Criaco, in fondo, racconta una storia universale: la storia del sud Italia, ma anche di tutti i sud del mondo. È la storia dei paesi che hanno un passato importante e grandissimo. Tuttavia, è un passato ancora da scoprire, in un alternarsi di oscurità e resistenza.