«Aula bunker di Villaseta, corte d’Assise di Agrigento, mattina di martedì 19 aprile 1994.»
Presidente: “Possiamo chiamare Marino Calogero! Avverto il testimone che ha l’obbligo di dire la verità e che la legge penale sancisce la responsabilità dei testimoni falsi o reticenti. Ripeta insieme a me questa formula: consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza. Va bene! Come si chiama lei?”
Pagina tratta da “I ragazzi di Regalpetra”
Autore: Gaetano Savatteri
Editore: Melampo
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Questa, più che una storia di mafia, è la storia di un gruppo di ragazzi, cresciuti nella Sicilia degli anni Ottanta, compagni di gioco sullo stesso campetto di terra battuta, che si allontanano fino a diventare nemici. “I ragazzi di Regalpetra” racconta la lunga guerra di mafia che agli inizi degli anni Novanta insanguinò una parte della Sicilia. E il conflitto, che vedeva amici di un tempo gli uni contro gli altri, esplose anche nei luoghi di Leonardo Sciascia, il grande scrittore che proprio sessant’anni fa fece letteratura delle cronache del suo paese con “Le parrocchie di Regalpetra”.
Riconnettendosi idealmente a quelle cronache paesane, Gaetano Savatteri ricostruisce come il seme della violenza sia germogliato. Un libro-verità, con nomi e cognomi, vittime e carnefici, di uno scontro che provocò decine di morti. “Una delle più interessanti storie di mafia che abbia letto”, come scrive nella sua prefazione lo storico Salvatore Lupo, autore di studi fondamentali su Cosa Nostra. Savatteri aveva conosciuto quei ragazzi, diventati adulti e mafiosi. È andato a cercarli nelle tane da pentiti dove vivono nascosti o nelle galere dove scontano ergastoli. Per tentare di capire come siano potuti diventare avversari, seminando lutti e dolori che alla fine hanno devastato le vite di tutti.