Era una fresca e limpida giornata di aprile, le undici di mattina. Il mio primo giorno di campagna elettorale per le primarie del Pd a Roma. Avevo chiuso i fascicoli su cui stavo lavorando nel mio studio del Senato e mi stavo avviando verso il quartiere di Tor Sapienza, dove mi aspettavano i lavoratori al deposito degli autobus dell’Atac, l’azienda di trasporto pubblico di Roma, tristemente nota perché al centro dello scandalo chiamato Parentopoli.

All’Atac le assunzioni clientelari in epoca Alemanno avevano fatto esplodere il bilancio del personale con uffici stracolmi di funzionari, a scapito invece dell’assunzione di autisti, macchinisti e meccanici, carenti quanto indispensabili per migliorare l’efficienza del servizio per i cittadini. Per dare un’idea della situazione, l’Atac
tra il 2010 e il 2013 aveva accumulato un disavanzo di 874 milioni di euro e al momento della mia elezione era sull’orlo del fallimento.

IL LIBRO

Pagina tratta da “Un marziano a Roma”
Autore: Ignazio Marino
Editore: Feltrinelli
Acquista il libro

A distanza di pochissimi mesi dal clamoroso epilogo del suo mandato, Ignazio Marino ha scritto la sua verità. Un racconto, duro e senza censure, che rivela le resistenze che ha trovato e svela quelle che alla fine lo hanno eliminato; l’analisi, punto per punto, di una stagione del governo di Roma che voleva marcare un cambiamento assoluto; il ricordo, commosso e grato, di tutti coloro (cittadini e assessori) che hanno partecipato insieme a lui a questa avventura e lo hanno sostenuto fino in fondo. La sua visione di una città che può uscire dalla palude e presentarsi al mondo come grande capitale europea proiettata nel futuro.
Il sogno spezzato della sua amministrazione, da quando strappò la guida di Roma a Gianni Alemanno, fino alle firme da un notaio dei consiglieri del Pd con alcuni della destra, che insieme ne determinarono la caduta. Una vicenda che ha tenuto banco per mesi su tutti i media nazionali e internazionali, in un crescendo di attenzione che ha reso il sindaco Marino una delle figure pubbliche più riconoscibili e dibattute. Eppure, non è mai stato semplice incasellarlo in una definizione: un sindaco fuori posto, non capito da tutti i romani e accoltellato dal suo stesso partito? O un sindaco onesto, assediato dal sistema di potere di Mafia Capitale, sostenuto dai cittadini e tradito clamorosamente da chi lo doveva difendere?
Un sognatore ingenuo, un puro e duro, un tecnico, un politico, un marziano a Roma? In un racconto serrato, pieno di dettagli sulla vita e l’amministrazione della capitale, Marino disegna un ritratto esplosivo, ma niente affatto scandalistico, della politica romana e non solo. Forse per la prima volta un sindaco racconta in dettaglio la complessità e l’urgenza delle decisioni quotidiane, la pressione delle influenze dietro le quinte, le difficoltà di far comprendere e accettare il cambiamento, i rapporti di forza, i meccanismi non meritocratici, che ha cercato di cambiare, alla base di tante nomine.
Senza paura di fare nomi e cognomi.