Michele Misseri, una faccia troppo buona per essere l’assassino di una ragazza di 15 anni: “assolto” prima di qualsiasi verdetto dei giudici. Alberto Stasi, con i suoi occhi di ghiaccio e il suo stile distaccato, è il ritratto perfetto dell’assassino: è lui il colpevole, “non può non essere lui”. La simpatia e l’antipatia, il racconto mediatico e le indagini, il bisogno del pubblico di soddisfare un’esigenza di giustizia che tante volte gli organi deputati non riescono a soddisfare, sono le dinamiche che si intrecciano nel libro “Cruel” del giornalista Salvo Sottile, presentato nell’ultima serata del festival Trame.

Una giovane studentessa assassinata, un poliziotto e un giornalista alla ricerca dell’assassino, il sospetto che si insinua tra tutti i collaboratori della redazione di un noto crime magazine fino al punto che ogni protagonista del romanzo è un possibile colpevole, un possibile assassino: questi i passaggi centrali dell’ultimo lavoro del giornalista siciliano che, intervistato dal direttore artistico di Trame Gaetano Savatteri, ha svelato alcune delle dinamiche che stanno dietro i programmi televisivi di cronaca nera e i processi che portano gli spettatori a stare incollati allo schermo puntata dopo puntata.

“Seguire in tv una vicenda di cronaca nera significa soddisfare, attraverso la rappresentazione mediatica di quel fatto, il nostro bisogno di giustizia e di verità. Non ci interessa più di tanto che si tratti di una verità oggettiva e verificata scientificamente, ma ci basta una verità parziale, soggettiva, per soddisfare il nostro bisogno di sicurezza”, ha detto l’ideatore di Quarto Grado che in Cruel “ha ricostruito i meccanismi che tengono i telespettatori incollati a uno schermo e, attraverso l’intreccio del romanzo, ci interroghiamo su quanto siamo distaccati quando seguiamo in Tv un fatto di cronaca”.

Serialità, reiterazione, “familiarità” con i protagonisti delle vicende di cronaca: questi, per Salvo Sottile, gli elementi che spiegano il successo dei programmi di cronaca nera e la capacità di coinvolgere emotivamente un gran numero di persone.

Da Sottile, una considerazione sul mondo del giornalismo e dell’informazione che, soprattutto con riferimento alla cronaca nera, “è sempre meno un racconto di fatti è sempre più una ricerca di sensazionalismo, in cui ci si divide tra tifosi e ciò che conta non è la verità oggettiva ma quanto ci viene raccontato attraverso la telecamera”.

Le foto di Mario Spada per Trame Festival