“Partono sapendo perfettamente a che inferno vanno incontro, ma sanno anche che vivranno un inferno ben peggiore se non scappano”

La fuga. È questa la prima delle quattro tappe del focus sui migranti e la sicurezza a Trame9. La
discussione si apre al chiostro di San Domenico con Massimo Alberizzi di Africa Express, che dialoga con Pietro Suber di Mediaset. Alberizzi, che ha girato l’Africa in lungo e in largo, ma che ora vive a Nairobi, afferma che il tema della fuga è quasi sempre trascurato, si pensa al viaggio come alla parte più travagliata. Ma bisogna domandarsi: perché partono? Con i dati alla mano emerge che l’85% dei migranti scappa a causa della guerra, i restanti lo fanno a causa della povertà o delle situazioni politiche ingestibili. Un’altra di queste cause sono i janjawid detti “diavoli a cavallo” che saccheggiano i villaggi, stuprano le donne, e uccidono uomini e bambini incendiando il tutto una volta finito. Questi criminali prendono accordi con l’UE e i governi che forniscono loro armi, auto e proiettili. Il giornalista Alberizzi ha vissuto queste situazioni sulla propria pelle, provando in prima persona un rapimento da parte delle corti islamiche e un salvataggio di tre italiani rapiti in Nigeria. La fuga dei migranti parte dai loro Paesi di origine fino ad arrivare in Libia, dove vengono destinati ai campi di concentramento. Se sono fortunati riescono ad imbarcarsi su un gommone per tentare la sorte, sperando che il mare sia benevolo con loro.
Gli scafisti non vengono considerati come trafficanti ma come “angeli” che li faranno approdare nei
luoghi che loro considerano il paradiso. Alberizzi spiega che il Ministro Salvini, molto probabilmente, non conosce tutte le dinamiche che stanno dietro al fenomeno dell’immigrazione, ma sfrutta quegli aspetti che gli portano vantaggi politicamente. Se non ci fossero i migranti in Italia nessuno svolgerebbe alcuni lavori, ad esempio, e se non fosse per il fenomeno dell’immigrazione il Ministro dell’Interno, forse, non avrebbe preso gli stessi voti dagli italiani. Riguardo al “proibizionismo della migrazione” ha sottilineato quanto sia sconveniente «bisognerebbe emanare leggi con canali autorizzati per il passaggio di queste persone». Il redattore di Africa express ci ricorda, inoltre, il caso di Silvia Romano rapita in Kenya il 20 novembre scorso e di cui la polizia e i servizi italiani non hanno approfondito le indagini lasciando il tutto
alla polizia Kenyota, famosa per la sua corruzione. Entrambe le forze dell’ordine hanno tralasciato
importanti indizi nelle investigazioni e anche la famiglia è stata indotta al silenzio.
Sofia Cesaroni e Manuela Tugliani