Il mistero di un giallo che tratta senza peli sulla lingua la situazione dell’inquinamento in Cina. Qiu Xiaolong – scrittore e poeta – durante l’intervista con la giornalista di La7 Francesca Fanuele, spiega cosa significa essere vittima delle conseguenze della censura del Partito Comunista Cinese. Si può arrivare alla punizione fisica, passando per la rimozione di intere parti di romanzi o all’oscuramento di account e profili, metodi che nella realtà occidentale risultano tendenti al totalitarismo. “Block talking” lo definiscono i cinesi, persino un like può essere pericoloso se sostiene un ideale leggermente distaccato da quello del partito. Un complesso sistema mediatico diverso da quello dominante nel resto del mondo: un corpo di polizia specializzato nel controllo di tutto ciò che viene messo in rete, un assiduo controllo di ogni abitante. Questo sistema così controllato induce spesso alla fuga dai rigidi sistemi governativi e ciò porta a tentativi di corruzione. In questo la giornalista Francesca Fanuele e Qiu Xiaolong si trovano d’accordo, nell’identificazione di un parallelismo con la mentalità mafiosa. Così come la mafia persegue lo scopo del proprio arricchimento, anche il governo cinese spinge e vuole che la propria popolazione abbia come unico obiettivo il denaro. Il partito, tramite questo sistema, impone una mentalità ai giovani: “in nome del PIL si può sacrificare qualsiasi cosa anche la salute” spiega Francesca Fanuele. Questa politica è espressa perfettamente dal governo in ambito ambientalista, tema al quale lo scrittore Xiaolong è particolarmente legato e che tratta spesso nei suoi libri. In particolare in “L’ultimo respiro di drago” descrive schiettamente la condizione dell’inquinamento nel suo paese, primo al mondo per numero di morti per cancro ai polmoni. Ovviamente sia la popolazione che il governo sono consapevoli dei gravi problemi che causa l’inquinamento. Nonostante il Partito Comunista si disinteressi totalmente dell’argomento, a volte tenta di fingersi efficiente, procurandosi di tanto in tanto dei capri espiatori limitando le emissioni, e risultando in alcune occasioni capace di ridurre l’impatto sull’ambiente. Xiaolong prende come esempio lampante l’Olympic blue, evento nel quale il cielo, durante i giochi olimpici di Pechino, è diventato blu a differenza del solito che, a causa dei gas inquinanti, è di colore nero.
Il partito contribuisce, grazie a limiti imposti e finzioni, a dare un’immagine della Cina come il paese senza problemi. Ogni tipo di contrasto viene soppresso sul nascere, tutto quello che possa mettere in discussione l’ideale di nazione perfetta viene annientato. Ci racconta lo stesso Qiu Xiaolong, che all’interno dei suoi romanzi la censura arriva a rimuovere tutto ciò che fa riferimento alla realtà della Cina. Ad esempio solo l’utilizzo di un ambientazione come Shanghai per un giallo risulta agli occhi del governo inappropriato. «Ciò che tu racconti nel libro non può essere successo a Shanghai».

il VIDEO

Intervista Qiu Xiaolong

Intervista Francesca Fanuele

Giuseppe Miscenà  e Manuela Tugliani