Ad aprire la terza giornata di Trame. 8, un’altra anteprima nazionale che ha visto protagonista la giovane Arianna Zottarel, vincitrice della prima edizione del concorso per giovani scrittori “I quaderni di Trame”, promosso dalla Fondazione in collaborazione con Melampo editore.
La vicenda criminale di Felice Maniero e le dinamiche di una mafia nata in una terra “non mafiosa” sono al centro del libro della Zottarel “La mafia del Brenta. La storia di Felice Maniero e del Veneto che si credeva innocente”, presentato nel corso dell’incontro, moderato dal direttore artistico Gaetano Savatteri, con il sociologo Nando Dalla Chiesa, relatore della tesi da cui è stato tratto il libro, e Lillo Garisi editore della Melampo
Il fine della ricerca dell’autrice è stato quello di analizzare il fenomeno della “Mala del Brenta”, organizzazione criminale di stampo mafioso operante nel Veneto dalla fine degli anni ‘70 a metà degli anni ‘90, capeggiata da Felice Maniero, l’unico “ad essere riuscito da solo a dare vita ad un gruppo che nessuno sarebbe riuscito a mettere in piedi”.  L’autrice parla della “Mala” come “il primo caso di mafia autoctona in una regione di non tradizionale presenza mafiosa”.  Un’organizzazione mafiosa senza profonde radici sociali alle spalle, eppure “capace di avvalersi come le mafie tradizionali della forza dell’intimidazione, della capacità di stringere rapporti con la politica”. Un’organizzazione del tutto mafiosa, dunque, che però secondo Nando Dalla Chiesa “non è stata percepita come tale. Il Veneto ancora oggi ne rinnega l’esistenza, chiamandola non a caso Mala del Brenta e non mafia. Era inconcepibile in quel contesto sociale, che si lamentava dei meridionali portatori della mafia dal Sud, accettare nel proprio territorio la nascita di fenomeni di questo tipo”. L’editore Lillo Garisi sottolinea la positiva collaborazione con Trame, uno dei momenti culturali più importanti nel Paese per fare memoria, in un Paese “smemorato” che spesso chiude gli occhi sul suo passato.