L’ auditorium del Liceo “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme ha ospitato il penultimo incontro di “Ti Leggo” i libri contro le mafie. Viaggio con Treccani nelle forme della lettura.
Protagonista dell’incontro la storia del brigante Giuseppe Musolino, raccontata da Adolfo Rossi nel volume “Nel regno di Musolino” edito da Rubbettino, e spiegata ai giovani studenti da John Dickie e Fabio Truzzolillo.
A introdurre la giornata il dirigente dell’Istituto prof. Giovanni Martello: “C’è il rischio di non speranza nel futuro; voi avete una bella speranza. Dobbiamo risalire, dobbiamo farlo tutti. Proprio in questo momento la scuola deve essere sempre più palestra di democrazia per i ragazzi.”
Spazio poi ai saluti video di Massimo Bray, direttore generale di Treccani, che ha spiegato il progetto e la sua missione divulgativa nell’ambito calabrese e l’importanza delle partnership instaurate con le associazioni presenti sul territorio.
Fabio Truzzolillo, storico lametino, ha successivamente introdotto John Dickie: “Oggi John è un po’ come Adolfo Rossi, è uno sguardo esterno e spesso lo sguardo esterno ci aiuta a capire meglio a comprendere meglio delle cose che noi non riusciamo a mettere a fuoco perché siamo troppo vicini.”
Adolfo Rossi, colui che negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento è sceso in Calabria per indagare sul brigantaggio, mutuando quel modello giornalistico statunitense fatto di fondamentale chiarezza e totale assenza di censura, scrive un carteggio, un reportage mai pubblicato su Musolino, che Truzzolillo e Dickie hanno sapientemente modellato e curato per trarne un volume di pregiato valore storico e culturale.
Musolino era un brigante, erano di fatto presenti molte storie su di lui e lo stesso Adolfo Rossi sfata il mito dietro la figura di questo antesignano dello ‘ndranghetista odierno.
“Musolino era uno ‘ndranghetista, allora non esisteva questo nome e si definiva un picciotto. Insidiava le donne del paese. Musolino si dichiarò sempre innocente. Ricevette però una condanna di 21 anni di reclusione che non scontò perché riuscì evadere dal carcere di Gerace vivendo un lunghissimo periodo di latitanza.” – così John Dickie.
Un volume che vuole abbandonare il mito sulle gesta di Musolino facendo emergere come, la ribellione contro lo Stato oppressore, sia stata di fatto una forma embrionale di criminalità organizzata quasi taciuta fino ai giorni nostri.
Successivamente spazio alle recensioni e alle domande degli studenti del Campanella, veri protagonisti della missione divulgativa di “Ti Leggo”, che sono stati seguiti nel percorso dai loro insegnanti: Dromì, Sabrina Bagnato, Sirianni, M. Gigliotti, Vecchio, Quaresima, Gallucci.
Incalzato dalla domanda di Laura, relativa al fascino eroico che Musolino riscuoteva tra le donne del suo tempo, John Dickie ha fornito un dato interessantissimo “Grazie alla sua latitanza Musolino non solo riuscì a riscuotere successo tra le donne – soprattutto inglesi – ma, grazie alle fonti raccolte, riuscì a trasmettere alcuni riti di iniziazione all’interno dei territori. Le origini della ‘ndrangheta sono molto probabilmente riconducibili proprio alla trasmissione di tali riti. Qui importante il ruolo della donna, donna criminale che fa parte dell’organizzazione, l’accetta e la riconosce. Il successo di Musolino è un successo di propaganda creata dalla ‘ndrangheta stessa”.
“L’omertà non viene rotta dalle istituzioni, la ‘ndrangheta vuole che si parli di sé e vuole parlare di sé attraverso il modo di vestire e una codificazione ben precisa” così Truzzolillo alla domanda di Valeria sull’esistenza di un “codice del silenzio” visto come ostacolo per la ricerca storica.
Domande e recensioni anche critiche rispetto al tema e al contenuto del libro. Uno studente ha sottolineato come la prefazione del volume, scritta da Dickie, possa risultare a una prima lettura molto lunga e contorta. Così lo storico: “Domanda sacrosanta. Questo tipo di prefazione serviva, serviva per dare una cornice alla vicenda. Andava quindi spiegato il personaggio, la sua importanza e il lavoro storico che era stato fatto.”
Una giornata fatta di riflessioni e sensibilizzazione alla lettura, frutto di un percorso scolastico – attivato a inizio anno – che ha dimostrato come sia possibile creare momenti di condivisione attraverso il coinvolgimento attivo degli studenti nella trattazione di tematiche complesse