La mafia viene cercata. Può sembrare inverosimile ma avviene e lo descrive Elia Minari, giovane autore di “Guardare la mafia negli occhi. Le inchieste di un ragazzo che svelano i segreti della ‘ndrangheta al Nord” (Rizzoli).
Minari ha presentato il suo libro nel penultimo giorno di festival. È stato affiancato dal procuratore di Reggio Calabria Gaetano Paci e accompagnato dai ragazzi della 3B del Liceo delle Scienze Umane Tommaso Campanella, che gli hanno rivolto alcune domande. L’incontro, inserito nel percorso #Trameoff che ha coinvolto gli studenti di tutti gli istituti superiori lametini, è stato moderato da Maria Scaramuzzino, giornalista della Gazzetta del Sud. Il libro tratta le ricerche svolte dall’autore, iniziate negli anni del liceo e proseguite per 8 anni. Partendo dall’inchiesta sui coinvolgimenti in campo mafioso di una discoteca da lui frequentata, l’indagine di Minari si è sviluppata sempre di più. L’autore è riuscito a portare a galla legami tra associazioni criminali e imprenditori di rilievo che hanno cercato la ‘ndrangheta per trarne un vantaggio. Infatti, secondo Paci, “La cosa sconcertante è quella voglia di mafia che anche al nord si è sempre più diffusa.”.
L’impresa non è stata priva di ostacoli. Durante le inchieste e dopo la pubblicazione del libro è stato accusato di aver danneggiato il turismo e l’economia del nord Italia. Ha ricevuto, inoltre, diverse intimidazioni e richieste di risarcimento. Tuttavia, Minari non si è mai lasciato intimidire.
A conclusione dell’incontro ha invitato i presenti, in particolare i giovani, a fare la scelta giusta ogni giorno come cittadini e a seguire l’ammonimento del procuratore Gaetano Paci: “Con le mafie non si fanno affari.”