Idee per la rinascita

Il punto di vista da cui ripartire per costruire una nuova versione della città di Lamezia. Questo il tema dell’incontro “Lamezia 2.0” che si è tenuto in occasione del Trame festival a Palazzo Nicotera. Gli ospiti: Giovanni Bombardieri procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, Luisa Latella prefetto di Catanzaro, Salvatore Curcio procuratore della Repubblica di Lamezia Terme e Maria Teresa Morano,coordinatrice regionale dell’Associazione Antiracket.

L’incontro si è aperto con l’intervento della dott.ssa Latella che ha elogiato la bellezza di Lamezia, definendola  “il cuore della Calabria”, per poi riscontrare molte similitudini con Reggio, sua città natale. «Entrambe le città – racconta il prefetto – sono però bloccate da elementi negativi, come il mancato sviluppo economico e il problema della criminalità organizzata. Le istituzioni sono presenti, ma questo non basta perché in primo luogo deve esserci una presa di coscienza e  tanto impegno da parte della società civile per contrastare l’azione criminosa». Il prefetto Latella ha dunque esortato i cittadini a “reagire” e a non essere omertosi.

Alla luce delle ultime operazioni verificatesi a Lamezia, invece, il procuratore aggiunto Bombardieri, ha messo in evidenzia il problema della capacità delle nuove leve della ‘ndrangheta di rigenerarsi e di “accoscarsi” in attività delittuose. Anche Bombardieri ha riconosciuto la criminalità organizzata come un problema che riguarda tutta la città, non solo la magistratura e le forze dell’ordine. «Democrazia e legalità non devono essere concetti teorici, ma bisogna concretizzarli. Se ci sono giovani che preferiscono “accoscarsi”, alla base ci sono famiglie assenti e scuole che non sensibilizzano ed educano i giovani contro la criminalità organizzata. Lo scopo della ‘ndrangheta è proprio quello di imporsi sul territorio». Questo il messaggio del procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro che, in ultimo, ha fatto una precisazione rispetto al fenomeno delle nuove leve.  Il continuo arruolamento di ragazzi molto giovani all’interno delle cosche – e non di bande criminali subalterne a queste – è una caratteristica del territorio lametino, dove a lungo andare si potrebbe creare un nuovo sistema consolidato di criminalità organizzata, e perciò c’è bisogno con urgenza di «una risposta generalizzata della società civile».

L’importanza dell’impegno civile a sostegno delle istituzioni e della magistratura è stato ribadito anche del Procuratore della Repubblica di Lamezia, Curcio, che ha sfatato uno dei falsi miti della ‘ndrangheta: il rispetto nei confronti dei bambini e delle donne, giungendo alla conclusione di cui tutti dobbiamo essere consapevoli che non può esistere una mafia portatrice di valori. A concludere l’incontro la coordinatrice  dell’Associazione Antiracket Morano: «Non possiamo sprecare tutto il lavoro giudiziario fatto. È il momento di capire che ognuno di noi deve fare il proprio dovere da cittadino libero. La parte sana dei cittadini deve venire fuori senza paura. Ognuno di noi deve chiedersi:  cosa avrei potuto fare e non ho fatto. E da domani cominciare a farlo». Ha elogiato, inoltre, l’impegno dei giovani volontari di Trame che rappresentano la faccia pulita e il cambiamento della città di Lamezia.