Terzo appuntamento con Visioni Civiche, il progetto realizzato da Fondazione Trame in collaborazione con ALA (Associazione Antiracket Lamezia Onlus). Ad aprire l’incontro nella Piazzetta di San Domenico, come di consueto, è stata la proiezione di un video sulla situazione del patrimonio storico e culturale lametino, realizzato da Asmara Basetti, Anna Colistra, Martina Falvo, Chiara Molinaro, Bernadette Serratore e Giulia Vesci. 

“Lasciate ogni speranza, o voi che atterrate”, con questo ironico monito di ispirazione dantesca inizia l’inchiesta. Il Castello Normanno, nel centro storico di San Teodoro, costruito intorno all’anno mille e residenza di Federico II, è da diversi anni non accessibile. Ai microfoni di Visioni Civiche la dottoressa Giovanna De Sensi, assessore alla cultura 2005-2008, spiega come la proposta di un progetto per renderlo fruibile sia stata a suo tempo non finanziata. Anche l’ex sindaco Paolo Mascaro parla di mancanza di fondi. La dirigente dell’ufficio cultura del Comune, Nadia Aiello, precisa che attualmente servirebbero quasi un ilione e mezzo di euro per gli interventi necessari per la messa in sicurezza, e che di recente il castello è stato inserito in Agenda Urbana: la strategia di sviluppo urbano sostenibile sul POR Calabria 2014/2020.  

Altro sito di interesse della piana lametina è l’antica città di Terina, fondata tra VI e il V secolo a. C. da coloni provenienti da Crotone. Passata sotto il dominio romano venne distrutta da Annibale. Nel novembre del 2016, dopo diverse campagne di scavo iniziate dal 1997, è stato inaugurato un Parco Archeologico per la tutela, la messa a sistema, la valorizzazione e la fruizione del sito che attualmente risulta inaccessibile e completamente abbandonato. Secondo l’art. 9 della Costituzione, la tutela, intesa come attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del patrimonio è di competenza dello Stato. La valorizzazione, cioè la corretta gestione dei beni storici che mira a migliorare le condizioni di conoscenza dei beni culturali e ad incrementare la fruizione pubblica, compete a vari soggetti e in particolare ai proprietari dei beni. A Lamezia Terme i beni culturali sono di proprietà comunale. Secondo l’archeologa Stefania Mancuso le azioni da compiere per far rivivere Terina dovrebbero partire proprio dal Comune. 

Anche l’Abbazia Benedettina, costruita intorno alla seconda metà dell’anno mille per volere di Roberto il Guiscardo, è attualmente chiusa poiché non sono stati completati una serie di interventi richiesti dal Mibac: questo secondo l’amministrazione comunale. Secondo il Ministero, invece, manca un’iniziativa progettuale da parte dle Comune. Infine, il Bastione di Malta, simbolo della città di Lamezia Terme e monumento meglio conservato del lametino – di proprietà del Comune dal 2014 – versa in condizioni di abbandono da quando nel 2017 sono stati bloccati i lavori per un’interdittiva antimafia. 

Dalle interviste a Mario Pagano, direttore della Soprintendenza archeologica, delle belle arti e del paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, e al commissario Francesco Alecci si evince che le istituzioni non dialogano tra loro per trovare una soluzione che possa restituire il patrimonio culturale lametino ai cittadini, e non rispondono alle richieste di associazioni come la “Pietro Ardito” o come “Italia Nostra”. Per cui a danneggiare i beni culturali è l’ignoranza e la mancanza di conoscenza e di idee. 

Una cosa pare mettere d’accordo tutti gli intervistati. Attribuire la colpa dell’inaccessibilità dei beni alla burocrazia. La video inchiesta si chiude con un’esortazione ai lametini da parte di Emanuele Curti della Fondazione Matera, città capitale della cultura 2019: i cittadini devono riprendere in mano i luoghi pubblici. 

A seguire le giovani ideatrici artefici dell’inchiesta hanno risposto ad alcune domande del giornalista Pablo Petrasso. Giulia Vesci ha parlato di come stamane la passeggiata nel centro storico organizzato per gli ospiti dai volontari di Trame Festival, si sia conclusa con una provocazione: davanti al cancello del castello i partecipanti alla passeggiata hanno trovato uno striscione con scritto “Chiuso per burocrazia”. Al turista indignato si contrappone il lametino indifferente. Secondo Bernadette Serratore non c’è dialogo tra istituzioni e associazioni che ai microfoni di Visioni Civiche hanno fornito versioni discostanti. Per Anna Colistra deve essere il cittadino di Lamezia a denunciare al Mibac la situazione del patrimonio culturale, così come è accaduto con successo in altre realtà calabresi. Asmara Bassetti ha sottolineato le difficoltà riscontrate nel fare un’inchiesta di questo tipo, con persone sfuggenti e poco disponibili a rispondere alle domande. Per Martina Falvo, Lamezia sta sprecando un’opportunità che restituirebbe i beni culturali alla comunità e potrebbe creare nuovi posti di lavoro. Ma forse le attuali amministrazioni calabresi non puntano sulla cultura proprio per non perdere consensi.

Chiude l’incontro l’intervento di Chiara Mastroianni, giovane studentessa del Liceo Scientifico “Galileo Galilei”. Cosa ha spinto una liceale ad impegnarsi in un progetto come Visioni Civiche, diventando una cittadina attiva? Scoprire i beni storici della città che purtroppo i giovani lametini non conoscono affatto, neanche attraverso la scuola che dovrebbe fornire non solo competenze ma anche far conosce alle future generazioni la propria identità storica ed educarle alla tutela e alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale.

il VIDEO

il video dell’inchiesta

Myriam Zangari