FOCUS – I MIGRANTI E LA SICUREZZA | L’ACCOGLIENZA
Il terzo focus sui migranti, a cui è riservato un appuntamento per ogni giorno del festival, tratta l’accoglienza. Si inizia a chiudere il cerchio iniziato da “fuga” e “viaggio” – argomenti già affrontati – e che si concluderà con l’emarginazione. Quello di questa giornata è quindi senza dubbio un tema positivo, che tratta di integrazione e lotta allo spopolamento. Andrea Membretti, sociologo e ricercatore dell’EURAC, primo ospite dell’incontro, racconta come i suoi studi sullo sviluppo del territorio italiano abbiano portato alla luce dati di cui non si era mai parlato. Questi indicano come lo spopolamento dei paesi interni ad Alpi e Appennini, che nasce già tra gli anni ’50 e ’60, sia arginato dal neopopolamento. Questo è un nuovo fenomeno che invece è nato negli ultimi 30 anni, da parte di stranieri che arrivano in Italia per richiedere asilo politico o più semplicemente perché sono in cerca di condizioni di vita migliori, e che molte volte riescono ad integrarsi perfettamente ottenendo corsi di formazione e contratti di lavoro per quelle occupazioni che l’italiano medio non è più disposto a fare. Molto spesso, però, proprio i richiedenti asilo sono la fascia di stranieri più a rischio, soggetta al caporalato e allo sfruttamento. A parlarne è il secondo ospite, il sociologo Marco Omizzolo, che grazie alle sue lotte da giornalista a favore delle vittime del caporalato è riuscito ad ottenere la Legge 199 contro di esso. A colpire profondamente il pubblico sono i suoi racconti di sfruttamento e violenza che alle volte hanno portato anche i braccianti a gesti estremi come il suicidio, visto come unica soluzione a periodi infiniti di umiliazione. Una situazione inammissibile che non si dovrebbe mai creare. Il trattamento dei braccianti da parte dei latifondisti, che spesso si fanno anche chiamare padroni e sono a stretto contatto con organizzazioni mafiose, svuota completamente la figura dell’individuo che da soggetto diventa semplicemente oggetto sottoposto a violenza, e non ha più una dignità. A pronunciare queste forti parole di denuncia è Francesco D’Ayala, giornalista che ha moderato l’incontro. La proposta dei tre ospiti è quella di partire dai ragazzi che arrivano ai centri di accoglienza, per creare con loro un percorso di crescita. I piccoli centri basano ora il proprio sviluppo sull’accoglienza degli stranieri, che però, allo stesso tempo, viene ostacolata dal nuovo decreto sicurezza creato dal Ministro degli Interni Matteo Salvini, che mediante i suoi tagli e le sue riforme mette a rischio l’umanità stessa dello straniero, che non ha più modo di avere un’adeguata istruzione rilegata alla lingua italiana. Verrà a mancare anche la possibilità di formarsi per poi lavorare, ma soprattutto un sostegno psicologico per chi, in passato, per arrivare in Europa ha dovuto soffrire pene e dolori, che chi abita in paesi mediamente stabili non può neanche immaginare. Quello su cui, infine, Ormizzolo vuole fare riflettere, è che mediante questa nuova riforma a trarne svantaggio non sono solo i migranti, ma anche e soprattutto tutti i collaboratori italiani e non che con loro lavorano, minando la crescita stessa del paese.
Chiara Mastroianni
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