Incontro con Massimo Bray

Sicurezza, Cultura, Futuro. Le tre parole chiave sulle quali si è incentrato l’incontro con il direttore generale dell’Istituto Enciclopedia Treccani, Massimo Bray, intervistato dalla giornalista Lara Ricci del Sole24Ore. Il dibattito si apre con la poesia “Confini” di Antonella Anedda, accomunata a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, che ha ispirato il tema di questa edizione del festival: la sicurezza. Concetto che è «usato in modo grottesco, valore considerato solo per i paesi ricchi a scapito degli altri – precisa Bray, che ringrazia gli organizzatori e i volontari di Trame, manifestazione nella quale si sente – ormai di casa». Il direttore individua nell’insicurezza la causa del razzismo, ma non incolpa i cittadini bensì le differenze esorbitanti nel contesto sociale ed economico in cui vivono.  «Se chi prende 500 euro al mese è scettico rispetto all’accoglienza dei migranti non è razzismo ma seria difficoltà, dovuta alla politica dell’austerity». Secondo Bray si dovrebbe migliorare la vita nelle città, attraverso al ridistribuzione delle ricchezze. A capire questo non dovrebbe essere solo la classe dirigente, ma anche i singoli cittadini. «Un cambiamento non può realizzarsi se si guarda ad antichi nazionalismi, ma bisogna mettere in piedi una vera Europa, che non sia solo unione monetaria ma condivisione dei valori che le hanno dato origine e a politiche comuni, anche nell’accoglienza». In questo panorama di insicurezza l’Istituto Treccani si impegna a diventare un faro nell’informazione e a fornire un motore di ricerca costruito «non sulla quantità, ma sulla qualità» delle notizie. Un motore di ricerca che ha dietro studio e verifica delle fonti, quello che spesso nelle piattaforme più visitate manca. L’intento è quello di dare gli strumenti al cittadino per distinguere i fatti da quelle che sono soltanto opinioni, e che non possono essere “veicoli di cultura”.
«La cultura è il modo perfetto per far riflettere tutti sulle disuguaglianze» l’Istituto Treccani vuole essere portatore e divulgatore di valori culturali, per colmare il vuoto lasciato dall’incapacità di dialogo e di ascolto delle classi dirigenti. Elementi che, secondo di Bray, Papa Francesco e con lui il mondo della Chiesa dimostra, invece, di possedere. Vuoto che però la Treccani cerca a sua volta di colmare con le sue due nuove collane intitolate Voci e Visioni che riflettono sul passato, sulla contemporaneità e sul futuro. “Futuro” è infatti l’ultima parola chiave discussa. È palese la fiducia che Bray nutre nei giovani e nell’importanza di un’istruzione adeguata, che vada al di là delle differenze socio-economiche. Riconosce il ruolo degli insegnanti (sottopagati, precisa, rispetto al resto dell’Europa) e della scuola. In sostegno di questi la Treccani ha inaugurato una piattaforma gratuita che fornisca agli studenti informazioni certe e strumenti di approfondimento verificati. «Nella scuola si elabora il futuro e i nuovi cittadini», i primi, come sottolinea Bray a portare avanti già da ora la causa ambientale. Bray conclude l’appuntamento elogiando la realtà di festival come Trame, considerando però la mancanza di tutele e garanzie statali nei confronti delle persone che vi dedicano il loro tempo e il loro lavoro. 

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Intervista Massimo Bray