“Libro nero sulla Lega” di Giovanni Tizian e Stefano Vergine

Sono stati in molti a stupirsi degli ultimi risultati elettorali di un partito che era fortemente minoritario: la Lega (ormai non più) Nord. Parte da questa considerazione l’incontro moderato da Carlo Puca sul “Libro nero della Lega”, scritto da Giovanni Tizian de L’Espresso e dal giornalista Stefano Vergine.

Cosa conosciamo veramente della Lega? Salvini ha ormai egemonizzato le televisioni e i nostri pensieri: quante volte ci siamo ritrovati, nel corso di una discussione, a considerare quanto un’espressione pronunciata dal nostro interlocutore ricordi uno dei motti del “capitano”? L’ascesa della lega è stata rapida e sembra tutt’ora irrefrenabile. Questo è il contesto in cui si inserisce la ricerca e l’analisi portata avanti dagli autori dell’inchiesta.
“Il Libro Nero della Lega” osserva attentamente la storia del partito e il suo presente, in maniera critica, cercando di spiegare i fenomeni del quale è protagonista. Un libro che, in questi ultimi mesi, ha segnato la vita politica del paese ma, soprattutto, che non condanna, perché come ribadiscono gli autori “si è innocenti fino a prova contraria”, pone, piuttosto, delle domande. A partire da quella più famosa riguardante la Lega, con cui viene aperto anche il dibatito: “Dove sono finiti i 49 milioni?”. Proprio questa questione è emblematica per rappresentare lo spirito dello scritto: cercare di approfondire non solo trame economiche e ideologiche che nascondono una densa oscurità, ma anche quei luoghi comuni di protesta contro la lega che sembrano degenerare in motti senza argomentazioni alle spalle. L’inchiesta, durata due anni, ha portato a diverse piste che sembrano indicare, alla fine dei conti, che la Lega abbia cercato di allontanare il più possibile quei soldi dal partito, per non doverli restituire. Ma soprattutto ha dimostrato, con documenti alla mano, che seppure Salvini dichiari molto spesso il contrario: «lui quei soldi non solo li ha visti, ma li ha anche toccati con mano», con la consapevolezza di essere complice. Grazie alle notizie presenti nel libro sono iniziate alcune inchieste da parte della magistratura.
Il lavoro di approfondimento degli autori è completo e meticoloso, alla fine del libro vengono riportati i documenti e le statistiche che costituiscono le fondamenta delle loro considerazioni. L’operazione dei due giornalisti vuole smuovere l’opinione pubblica, dopo la lettura dell’inchiesta non solo si capirà molto più della situazione italiana e internazionale, ma soprattutto si saprà replicare a chi vive delle bugie del “capitano”. È inutile negare che ognuno di noi non abbia perso la fiducia, per almeno un attimo, nella democrazia dopo aver visto i risultati della Lega di Salvini alle europee. Come gli autori del libro hanno dubitato delle reali intenzioni di lottare contro la mafia del vicepremier. Dopo aver constatato che il deputato Domenico Furgiuele, originario di Lamezia Terme, è il genero di Salvatore Mazzei, condannato in via definitiva per estorsione aggravata da metodo mafioso. L’incontro è un botta e risposta deciso, senza pause, che ben rappresenta l’importanza e la concretezza di ciò che viene raccontato e prende come spunto la struttura del libro, diviso in tre parti. La prima è quella che si occupa appunto dei 49 milioni. La seconda, invece, tratta dei personaggi impresentabili scelti dalla Lega come suoi rappresentanti nel Meridione: i personaggi come il già citato Furgiuele, fin troppo vicini al mondo della malavita; o anche personaggi “riciclati” appartenenti, per esempio, al mondo della Democrazia Cristiana. Questi vanno a contraddire la voglia di rinnovamento che il ministro ha affermato ripetutamente di avere; o ancora persone che avevano già prima di affiliarsi alla Lega un grande consenso sul territorio. Colpi sicuri, molto spesso andati a segno. La terza parte si dedica invece ai “poteri forti dentro l’internazionale sovranista”. Con particolare forza viene raccontato un incontro a Mosca dell’ottobre scorso: uno degli uomini più vicini a Salvini si è recato nella capitale russa, per discutere di finanziamenti milionari per il partito leghista. Un incontro decisamente in contraddizione con la gratuità dichiarata da Salvini riguardo al suo tifo per Putin. Ma la domanda è: che interesse ha la Russia nel finanziare la Lega? Considerando i rapporti stretti con i vari movimenti sovranisti e con Trump, una spiegazione potrebbe essere la “piramide sovranista” teorizzata nel libro, volta a indebolire il grande blocco economico costituito dall’Europa. Si parla poi della “bestia” di Salvini, che pur nella sua legalità, è finanziata con i soldi pubblici nonostante sia propaganda per un partito e non per lo stato isituzionale; o ancora si considerano le periferie in cui Salvini è andato a riempire un vuoto soffiando su un fuoco di rancore. Solo di una cosa non si parla: di immigrazione. Forse il fenomeno su cui fa più leva la propaganda di Salvini. Perché non se ne parla? Perché il libro è un’inchiesta, non un’opinione. Quindi non si parla delle politiche di Salvini, si parla del lato oscuro fatto di realtà che la Lega vorrebbe nascondere dietro la patina della propaganda, ma che non riuscirà mai ad ignorare del tutto. L’ultima domanda rivolta agli autori è un inciso, la risposta fa quasi paura. «Quanto durerà ancora Salvini?», «Tanto» è la risposta di Vergine, che resta incerto sugli sviluppi economici che ciò potrebbe comportare. La verità sulla lega, il lato oscuro di questo partito egemonico, rimane. Ed è tutto racchiuso in questo libro, che parla del presente, ma tiene conto anche di un passato di cui sono ancora presenti le impronte, indelebili.